REGGIO CALABRIA «Oggi non sarei stata più me stessa rimanendo nel Gruppo Misto, eterogeneo per sua natura e in cui gli attuali “compagni di viaggio” hanno altre idee politiche e soprattutto altre metodologie per raggiungere gli obiettivi». In coda a un lungo comunicato nel quale motiva il suo rientro nel Pd e l’ingresso nel gruppo in Consiglio regionale, Amalia Bruni, già candidata alla presidenza della regione sconfitta da Occhiuto nell’ottobre 2021, indica anche un altro motivo della sua uscita dal gruppo misto, del quale era la capogruppo. Questo altro motivo – riferiscono fonti accreditate – sarebbe da ricondurre alle fortissime divergenze che negli ultimi giorni sarebbero emerse con gli altri due colleghi che componevano il Misto, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, eletto con DeMa, e il neo entrato Antonello Talerico, eletto con Forza Italia ma non entrato nel gruppo azzurro per la sua dichiarata incompatibilità con i vertici regionali di Fi. Due profili, Lo Schiavo e Talerico, che per motivi diversi non potevano abbinarsi con la Bruni, in particolare quello di Talerico, che ha dichiarato di essere organico alla maggioranza di centrodestra. Sempre fonti accreditate riferiscono di una recente riunione tra i tre particolarmente accesa, anche perché sia Lo Schiavo che Talerico avrebbero fatto presente la loro ambizione di guidare il Misto (la carica di capogruppo ha anche interessanti risvolti in termini economici e di staff) attraverso una turnazione con la stessa Bruni: la candidata alla presidenza della Regione per il centrosinistra avrebbe anche rischiato di essere sfiduciata. Da qui quindi da parte della Bruni l’addio al Misto e il (ri)abbraccio con il Pd. (c. a.)
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