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Spadafora, una storia di tradizione e amore per il territorio a “Ti racconto un’impresa”

L’arte orafa e la cultura popolare legata al gioiello. «Nostro padre è stato un visionario». La puntata questa sera sul canale 75 dalle 21

Pubblicato il: 18/03/2023 – 15:04
Spadafora, una storia di tradizione e amore per il territorio a “Ti racconto un’impresa”

LAMEZIA TERME «Giovan Battista Spadafora non è un’idea che nasce nel 1938, cioè quando nasce papà. La nostra storia è legata strettamente alla tradizione orafa calabrese perché la nostra famiglia pratica la professione dell’oreficeria sin dalla fine del 1700. E papà cresce all’ombra del laboratorio orafo di suo nonno, Francesco Spadafora, che aveva il laboratorio e la sua piccola bottega nel centro storico di San Giovanni in Fiore». A parlare è Monica Spadafora, protagonista insieme ai fratelli Giuseppe e Giancarlo della nuova puntata di “Ti racconto un’impresa”, il format de L’altro Corriere Tv dedicato alle storie delle aziende più importanti della tradizione calabrese, in onda questa sera sul canale 75 a partire dalle 21.

L’oreficeria e la storia

Puntata dedicata alla grande tradizione dell’azienda Spadafora, orafi e artigiani, noti in tutto il mondo per le creazioni di gioielli ispirati a valori di intellettualità artigianale, tra estetica e tecnica al “servizio” della storia da “indossare”. «L’oreficeria – racconta Monica Spadafora – in quegli anni era molto più sentita rispetto ai giorni nostri, sembra una cosa strana, ma in realtà è veramente così perché c’era una cultura popolare molto legata al gioiello. Noi lo raccontiamo in un volume di 468 pezzi raccolti durante l’arco della vita di papà, che è sempre stato appassionato del gioiello antico non solo per restaurarlo, ma proprio per conservarlo, e presto nascerà anche un museo».

L’amore per la Sila

«Papà è stato un visionario» racconta ancora Monica Spadafora «è partito dall’ispirazione di quello che lo circondava, era profondamente legato alla Sila, da qui non si è mai spostato e in quegli anni volle investire su Lorica dove venivano fatti gli “incontri silani” pensati da un illuminato sindaco di Pedace, Rita Pisano. In quegli anni, stiamo parlando dei primi anni ’80 vennero moltissimi attori, cantanti, erano artisti che avevano fatto anche la fortuna dell’industria cinematografica italiana. Da lì Papà ebbe questa intuizione di inseguire anche quel mondo. E allora gli incontri con Roberto Benigni, con cui aveva un rapporto privilegiato, ma papà era uno che aveva la simpatia oltre a questa passione, oltre a questa profondità, era una persona profondamente umile e simpatica».

Il cinema e l’arte tramandata ai figli

Gioielli e cinema, un binomio fondamentale per l’azienda Spadafora. A raccontarlo è Giuseppe Spadafora. «Venezia – ha detto – ci ha dato veramente uno slancio sul set internazionale del cinema, abbiamo avuto l’opportunità di realizzare i premi per gli attori richiesti dalla “Star Light” di cui Francesca Rettondini e Giuseppe Zaccaria sono gli ideatori, adesso è il quinto anno che abbiamo partecipato al Festival realizzando questi premi, una sorta di pellicola e pizza cinematografica molto apprezzato da tutti gli attori che lo hanno ricevuto perché non è il solito premio a detta loro ma è proprio inerente al loro lavoro». «Nostro padre – racconta l’altro fratello Giancarlo Spadafora – ha avuto la grande capacità di trasmettere a noi figli questo lavoro perché non è semplice. Oggi il passaggio generazionale tra padre e figlio in azienda non è semplice, noi invece lo abbiamo seguito da bambini, parliamo proprio dell’adolescenza o quando avevamo 5 o 6 anni papà ci portava in azienda. È stato poi molto scaltro perché trascinandoci dietro abbiamo assorbito questo lavoro, anche andando a scuola, la nostra testa andava proprio su questo mestiere». (redazione@corrierecal.it)

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