ROMA «Non scherziamo. Il livello politico non ha mai dettato nemmeno una virgola ai nostri centri operativi. Assolutamente mai. Le sale operative prendono le decisioni sapendo che di ogni singola decisione si è poi responsabili penalmente, e tenendo presente sempre la cosa più importante, cioè che la salvezza delle vite umane ha la precedenza su ogni cosa». Cutro? «Non abbiamo niente di cui rimproverarci». Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera, l’ammiraglio Giuseppe Aulicino, capo del Reparto Piani e Operazioni della Guardia Costiera in merito ai naufragi avvenuti nelle ultime settimane. «Sarò più chiaro – precisa l’ammiraglio – : non è mai successo che un ministro, Salvini o i precedenti, abbia chiamato per dire di fare o non fare qualcosa». «Sono abituato a vedere sulla mia testa giochi politici, nel senso di strumentalizzazioni. So che possono attaccare noi per attaccare la politica. Ma forse stavolta siamo andati un po’ oltre», dice Aulicino. Poi in merito alle operazione di soccorso, ribadisce: «Quando è stata avvistata la barca non navigava in difficoltà – afferma l’ammiraglio -. E non c’erano le chiamate di richiesta d’aiuto a noi o a organizzazioni come Alarm Phone. Né hanno chiamato i parenti a terra di qualcuno dei migranti, come capita spesso. Ora sappiamo che gli scafisti avevano un sistema per inibire l’uso dei cellulari, mai finora utilizzato».
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