RIMINI Con il governo e la premier Giorgia Meloni c’è «una diversità molto profonda, molto consistente. Per tutto il sindacato italiano non c’è possibilità di discussione, bisogna avviare una mobilitazione che non esclude alcuno strumento, compreso se necessario lo sciopero. Lo vogliamo fare insieme a Cisl e Uil, ne discuteremo con loro, abbiamo già un incontro fissato la prossima settimana». Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nell’intervento di chiusura del XIX congresso, all’indomani dell’intervento della presidente del Consiglio. «A questo congresso – ha detto ancora Landini – c’è un’aria bellissima, abbiamo trasmesso bellezza, abbiamo accolto le persone, questa cosa la dobbiamo portare nel Paese».
«Grazie per l’ascolto, di cui abbiamo molto bisogno, e per il sostegno fin dall’inizio della nostra battaglia per ottenere verità e giustizia»: i genitori di Giulio Regeni, in un collegamento con il congresso della Cgil, ricordano il figlio ucciso in Egitto sette anni fa. «Giulio era un ricercatore, non era altro. Oggi avrebbe 35 anni. Il suo interesse era per i lavoratori e per il mondo dell’economia, per la vita delle persone che lavorano», sottolinea la mamma Paola, rivolgendo «un grande pensiero ai giovani, che ricercano e di cui abbiamo bisogno. Non lasciamoli andare via». L’obiettivo di Giulio «era dare un contributo al miglioramento della società attraverso lo studio e il lavoro. Ringraziamo per il sostegno e vi chiediamo di starci ancora vicino nel cammino verso verità e giustizia», dice il papà Claudio Regeni, tra gli applausi dalla sala. «Sono sette anni che inseguiamo la verità e che pretendiamo una verità processuale per il sequestro, la tortura e l’omicidio di Giulio. E’ un morto sul lavoro», afferma la legale della famiglia, Alessandra Ballerini, aggiungendo che «con i dittatori non possiamo collaborare».
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