CROTONE Una ricerca artistica che si basa sulla scultura e sul gioiello, un connubio di materiali e di tecniche per rappresentare personaggi legati alla storia e al mito dell’antica Magna Grecia. Inaugurata, presso il Museo Archeologico Nazionale di Crotone, “Rara Avis – Olò ghiru tu Kròton”, la mostra dell’orafo-scultore Antonio Affidato. Tra gli ospiti d’onore lo storico e giornalista Giordano Bruno Guerri.
Pitagora, Milone, Hera Lacinia, Alcmeone, Serse, Phayllos, Medusa, Eracle e Gea, resteranno esposte fino al 30 giugno 2023 per consentire ai visitatori di ammirare quanto realizzato in una mostra che rappresenta il forte legame che intercorre tra lo scultore e la ricca tradizione storico-culturale della propria terra. Dopo Crotone, la collezione di sculture sarà al centro di altri e nuovi appuntamenti in musei nazionali e internazionali.
«Rara Avis è un contenitore di varie cose, tra cui la mia ricerca artistica che si basa sulla scultura e sul gioiello, un connubio di cui sono figlio e un retaggio culturale che ho assorbito nel tempo», afferma ai microfoni del Corriere della Calabria Antonio Affidato. «Sono nato nell’oreficeria, sono figlio di orafo e ho evoluto la mia ricerca nella scultura. Ho creato questa mia ricerca – spiega ancora – sulla scultura gioiello, un connubio di materiali e di tecniche, insieme a queste due discipline diventano complementari. In questa ricerca il metallo diventa fondamentale». Affidato, da anni, si alterna tra il lavoro svolto all’interno del suo laboratorio di scultura e il lavoro all’interno dell’azienda di famiglia “Michele Affidato orafo”. Di particolare valore simbolico e culturale la location scelta a Crotone, il Museo Archeologico Nazionale. «Sono nato e cresciuto in questa città, che mi ha regalato storie e personaggi bellissimi. Qui è nato tutto. Sono figlio e parlo di questa terra. Sono emozionatissimo di esporre qui e per me è un grandissimo onore. Siamo in un tempio, ci sono le testimonianze di quello eravamo e di quello che sempre saremo. Chi verrà a visitare Rara Avis vedrà un’interpretazione di un ragazzo che ha visto, ama questa terra e le storie che la hanno contraddistinta».
«Ciò che colpisce a un primo sguardo è la bellezza di queste opere», afferma Giordano Bruno Guerri. «Non posso che apprezzare la rivisitazione della storia in una interpretazione del presente, perché queste opere – spiega lo storico e giornalista – sono nostre contemporanee non solo perché sono fatte oggi ma anche perché rispecchiano un gusto di oggi, guardano al futuro perché sono fatte da un giovane affezionato alla sua terra e di cui ne capisce le potenzialità». «Queste opere – afferma infine Giordano Bruno Guerri – ci insegnano che la bellezza è eterna, che viene continuamente rivisitata, trasformata e resa attuale». (redazione@corrierecal.it)
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