COSENZA E’ il 13 settembre 2022, pochi giorni dopo il blitz “Reset” coordinato dalla Dda di Catanzaro. Il neo pentito cosentino, Ivan Barone (qui la notizia con le prime dichiarazioni rese) conferma la volontà di collaborare con la giustizia ed ai magistrati antimafia racconta dettagli preziosi in riferimento al suo percorso criminale. «Riferisco che nel 2004 o 2005, uscivo dal carcere dopo aver scontato una condanna definitiva di 6 anni e 2 mesi, ed entravo in rapporti con Marco Perna che conoscevo da tempo, il quale mi ha subito consegnalo 3 kg di hashish per riprendere l’attività di spaccio». In quel periodo il pentito spaccia per Perna e per «il cognato Falbo Alfonsino, i quali comunque pretendevano che io ripianassi il debito per la fornitura dello stupefacente che era stata rinvenuta dai carabinieri». Barone accumula un debito di circa 16.000 euro dei quali «ricordo di aver corrisposto 3.000 euro provenienti da un finanziamento che avevo fatto accendere da mio padre». In un anno, riuscirà a dare quanto dovuto.
Un vero fedele al clan deve poter ricevere il battesimo di ‘ndrangheta. L’occasione si presenta più volte, ma Barone rifiuta le proposte. Accade la prima volta nel 1996, quando «Michele Bruni, mi proponeva direttamente le formule di affiliazione al suo gruppo: all’epoca rifiutai perché non ero sicuro di volermi schierare con gruppo piuttosto che con un altro». «Successivamente – racconta ancora il pentito – ho rifiutato il “fiore” che mi era stato proposto intorno agli anni ’97/’98 da Piero Crocco, che poi so essere deceduto in un incidente. Ed ancora, intorno al ’98/99, sempre nel carcere di Cosenza, allorquando ero detenuto insieme a Franco Presta, Carmine Chirillo e Pino Perri di Acri, Carmine Chirillo mi proponeva riservatamente l’affiliazione al suo gruppo di Paterno Calabro. Mi chiedevano – mimando il gesto della pistola – se fossi disposto a sparare, ovvero a commettere omicidi; questo accadeva intorno al 2002/2003». A quella richiesta, Barone rispose di no aggiungendo che non sarebbe stato disposto a commettere azioni delittuose. Tuttavia, il neo collaboratore inizierà a spacciare per il gruppo Chirillo.
Il neo collaboratore di giustizia è chiamato a far luce su alcuni episodi di sangue verificatisi a Cosenza. Sull’omicidio di Luca Bruni, Barone dice di sapere poco ma precisa di aver ricevuto una informazione da Maurizio Rango. «Mi aveva riferito che era stata decisa l’eliminazione di Adolfo Foggetti per il timore che si pentisse, come poi è avvenuto». Quest’ultimo farà il nome di Marco Abbruzzese, tirando in ballo nell’omicidio del rampollo dei “Bella Bella” l’esponente dei “Banana”.
«A questo mio discorso Marco Abbruzzese mi zittiva, in più occasioni, mimando anche il segno del silenzio ogni volta che si riprendeva l’argomento, cosi manifestandomi la sua preoccupazione sul fatto di potere essere in concreto accusato di tale omicidio, ed in particolare dell’occultamento di cadavere». E Barone, a tal proposito, cita un episodio. «Ricordo che una sera, un paio di anni prima che i “Banana” venissero arrestati in “Testa del Serpente”, io, Marco Abbruzzese, Fiore Bevilacqua, Leonardo Bevilacqua, Mino Attento ed altri che al momento non ricordo, ci siamo recati al cimitero dì Cosenza quasi per gioco. In quell’occasione Marco Abbruzzese ha urinato sulla tomba di Michele Bruni». (f.benincasa@corrierecal.it)
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