La giornata delle vittime della mafia o meglio delle mafie è un giusto riconoscimento a tanti eroi del nostro Paese morti sul campo per contrastare questo cancro enorme.
L’elenco è lunghissimo e infinito. Magistrati, poliziotti, carabinieri, direttori di carcere, giornalisti, imprenditori, semplici cittadini. Donne come Lea Garofalo. Alessandro Siani ché non aveva ancora la tessera di giornalista. Il capitano Basile assassinato con la figlioletta in braccio, Ninnì Cassara mentre saliva le scale di casa. Renato Lio assassinato crudelmente. Le stragi terribili ovviamente.
Un rosario infinito e tragico.
Ciò che conta, però, per onorarli è il comportamento dei singoli. Di noi parlamentari, degli altri rappresentanti istituzionali, dei magistrati, dei cittadini.
Dare il giusto esempio dovrebbe essere il compito principale e imprescindibile.
Rifiutando innanzitutto ogni compromesso con le mafie, i loro voti, il loro potere.
Facendo prevenzione nei quartieri a rischio, sottraendo giovani alle organizzazioni criminali.
Ma anche rifiutando l’illegalità qualunque essa sia.
Perché la mafia può essere anche bianca e insidiosa allo stesso tempo.
Abbandonando la semplice retorica che non fa presa sui giovani.
Davvero non sentendosi come Gesù nel tempio per non poter dare il cattivo esempio.
*deputato Lega
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