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Il grido di don Ciotti a Milano: «C’è un patto tra mafia ed élite di potere» – VIDEO

Il presidente di Libera: «Il rischio è la normalizzazione dell’indifferenza». Il monito su Cutro: «Strage figlia dell’ingiustizia globale»

Pubblicato il: 21/03/2023 – 14:50
di Mariateresa Ripolo
Il grido di don Ciotti a Milano: «C’è un patto tra mafia ed élite di potere» – VIDEO

MILANO «Dobbiamo ricordarli tutti». 1069 nomi letti nel cuore di Milano. Storie, vite, volti su striscioni, magliette, foto appese al collo dei loro familiari. L’80% di loro ancora non conosce la verità. Lo ha ribadito don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera, nel corso del suo intervento in piazza Duomo in occasione della XXVIII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Migliaia i partecipanti arrivati da tutta Italia e non solo, che hanno sfilato per le vie di Milano al grido di «verità e giustizia» sulle note de “I cento passi”.
Quest’anno, oltre ai nomi delle vittime delle mafie, sono stati letti quelli dei migranti morti nel naufragio di Steccato di Cutro, una «strage figlia dell’ingiustizia di un sistema globale e dell’indifferenza», ha detto don Ciotti. Alla manifestazione hanno preso parte, leggendo anche i nomi sul palco, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, la segretaria del Pd Elly Schlein e il segretario della Cgil Maurizio Landini. Presenti inoltre i figli del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Simona e Nando Dalla Chiesa, Gad Lerner e Rosi Bindi.

Don Ciotti: «Contro la peste mafiosa necessaria una presa di coscienza»

Don Ciotti ha invocato la necessità di «una presa di coscienza contro la peste mafiosa. Bisogna andare alla radice per evitare il pericolo che stiamo vivendo, la normalizzazione dell’indifferenza». I mafiosi, ha detto ancora il fondatore di Libera, «ricorrono meno alla violenza diretta perché sanno che possono ricorrere a quella bianca. Le mafie hanno sempre più la padronanza di sofisticate tecnologie. I reati tributari sono uno dei reati attraverso cui la criminalità prospera». Don Ciotti ha inoltre parlato del pericolo rappresentato dai rapporti tra massoneria deviata e criminalità: «Il patto di reciproco vantaggio tra mafia ed élite di potere».

Dalla Calabria decine di parenti di vittime della ‘Ndrangheta

Sono decine i familiari di vittime innocenti della ‘Ndrangheta partiti dalla Calabria. Tra loro ci sono i parenti di Maria Chindamo, Vincenzo Grasso, Antonino Marino, Lollò Cartisano, Salvatore Congiusta, che dalla punta dello Stivale sono volati a Milano per essere in testa al corteo e ricordare i propri cari. «Mio padre è stato assassinato perché si è rifiutato di pagare e non si è piegato alle richieste estorsive», racconta ai nostri microfoni Stefania Grasso, figlia di Vincenzo Grasso, assassinato il 20 Marzo del 1989 a Locri.

«Siamo qui in questa magnifica giornata che ci accompagna col sole primo giorno di primavera per ricordarmi tutti, per portare avanti le loro idee, per portare avanti il loro esempio. Questa giornata per noi ha un valore fortissimo, non solo simbolico, ma reale perché oggi è una tappa di un percorso che dura 365 giorni, in cui non solo li ricordiamo, ma proviamo a continuare quello che loro hanno lasciato. Le mafie – aggiunge Grasso – non sono un problema da sottovalutare, la ‘ndrangheta nei nostri territori ancora controlla tutto, ma la verità è che anche qui a Milano la pervasione di questa del fenomeno mafioso rende insostenibile per il momento solo alcune zone, ma se non prendiamo provvedimenti, se non riusciamo ad arginarla, chiaramente farà lo stesso percorso che ha fatto in altri territori come il nostro». Ai nostri microfoni anche Vincenzo Chindamo, fratello di Maria Chindamo, Vittoria Dama, moglie del brigadiere Antonino Marino, Deborah Cartisano, figlia di Lollò Cartisano. Storie diverse, ma unite dalla lotta alla ‘Ndrangheta e da un’unica volontà, quella della «ricerca di verità e giustizia». (redazione@corrierecal.it)

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