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la requisitoria

Le vessazioni del locale di Cutro sulla costa jonica, chieste 12 condanne

Il pm Guarascio ha invocato pene dai 14 ai 3 anni di carcere. Il magistrato ha definito «parassitario» il reato di chi impone le estorsioni

Pubblicato il: 22/03/2023 – 14:54
di Alessia Truzzolillo
Le vessazioni del locale di Cutro sulla costa jonica, chieste 12 condanne

CATANZARO Il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Domenico Guarascio ha invocato 12 condanne con pene comprese tra i 14 anni e i 3 anni di reclusione nei confronti degli imputati implicati nel processo, con rito abbreviato, nato dall’inchiesta “Jonica”. Il procedimento contempla le vessazioni delle cosche di San Leonardo di Cutro nei confronti delle strutture turistiche della costa jonica crotonese e catanzarese. Gli imputati sono accusati di estorsione, usura, ricettazione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori. Tutti reati aggravati dal metodo mafioso.  Più volte, nel corso della requisitoria, il pm ha definito «odioso» il reato di estorsione e ha definito «parassitario» l’atteggiamento di chi impone alle imprese manodopera, forniture, richieste di denaro. Il magistrato ha, inoltre, specificato la ripartizione territoriale che avevano organizzato le cosche di San Leonardo di Cutro.
Dopo la requisitoria ha concluso la discussione l’avvocato Michele Gigliotti che difende la parte civile Giampiero Caruso, proprietario del villaggio Santa Monica. Il difensore ha chiesto un risarcimento di 5 milioni di euro e una provvisionale da 500mila euro.

Le richieste di condanna

Santino Caterisano, 7 anni di reclusione e 1.500 euro di multa; Albano Mannolo, 6 anni e 6 mesi e 1000 euro di multa; Alfonso Mannolo, 14 anni e 3000 euro di multa; Antonio Mannolo, 10 anni e 2000 euro di multa; Carmelina Mannolo, 3 anni e 2500 euro di multa; Leonardo Mannolo, 6 anni e 6 mesi e 2000 euro di multa; Remo Mannolo, 8 anni e 1.500 euro di multa; Vincenzo Mercurio, 4 anni e 6 mesi e 3000 euro di multa; Carmine Ranieri, 7 anni, 6 mesi e 2000 euro di multa; Giuseppe Trapasso, 7 anni, 6 mesi e 2000 euro di multa; Fiore Zoffreo, 10 anni e 2000 euro di multa; Dante Mannolo (collaboratore di giustizia), 3 anni e 2000 euro di multa.

L’inchiesta

Dopo operazioni come Kyterion, Malapianta, Bordeland, Jonny, la Dda di Catanzaro mira a tirare le somme sulle vessazioni imposte dalle consorterie cutresi lungo il litorale Ionico che dal Crotonese arriva al Catanzarese.
Villaggi e imprese tenute sotto lo scacco del pizzo, imposto per anni, hanno dovuto versare centinaia di migliaia di euro. Una cosca danarosa quella di san Leonardo, capace di prestiti anche di 200mila euro che precipitavano gli imprenditori nel vortice velenoso dell’usura.
L’aggressività della cosca aveva portato anche a pretendere di usare gratuitamente le abitazioni di semplici privati senza pagare nessun fitto e nessuna spesa.
Lo stesso nome dell’indagine – coordinata dal sostituti procuratori Domenico Guarascio e Paolo Sirleo – delinea il territorio, teatro del predominio mafioso dei crotonesi. Un predominio che tocca il litorale dell’alto Ionio catanzarese e del basso crotonese, comprendente i comuni che vanno da Sellia Marina a Isola Capo Rizzuto e Cutro (Sellia, Cropani, Belcastro, Botricello, Steccato di Cutro, San Leonardo di Cutro e Isola Capo Rizzuto). Vessati dalla cosca di San Leonardo di Cutro erano villaggi turistici, ditte, imprenditori, privati e persino condomini. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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