MILANO «Recentemente mi sono occupata di soggetti già condannati quali appartenenti alla ‘ndrangheta: questo fa comprendere appieno l’inefficacia della sanzione penale, l’incapacità del nostro sistema di attuare il principio costituzionale per la finalità rieducativa della pena. Io ho sempre sostenuto che chi è mafioso lo è sempre. Questo, a proposito delle questioni dibattute in tema di ergastolo ostativo e 41 bis, che vengono oggi messi in discussione». Così la coordinatrice della Direzione distrettuale antimafia milanese Alessandra Dolci, intervenendo a un convegno organizzato da Libera sulle mafie in Lombardia e nel Nord Italia. Dolci ha poi affrontato la questione delle sinergie tra le mafie. «Le diverse organizzazioni mafiose – ha detto – non si fanno la guerra. Anzi, proprio perché hanno questa accentuata connotazione economica, ormai il rischio è che creino delle sante alleanze finalizzate a gestire i singoli settori dell’economia e a dividere i proventi. Spesso mi si chiede se sul nostro territorio c’è solo la ‘Ndrangheta o se ci sono altre organizzazioni mafiose. A questo risponderemo con le indagini, ma in generale non si fanno la guerra», ha ribadito. Come esempio, Dolci ha poi riportato alcune battute registrate nelle intercettazioni come “meglio un brutto accordo che una bellissima guerra”, o “la guerra porta solo disgrazie, la pace è buona per tutti”.
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