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‘Ndrangheta stragista, scontro sulle dichiarazioni di Adornato. Il 25 marzo camera di consiglio

Nuova udienza a Reggio Calabria. Botta e risposta in aula. Lombardo: «Intercettazione che dà certezze». La difesa: «Venga dato il giusto peso»

Pubblicato il: 23/03/2023 – 21:31
di Mariateresa Ripolo
‘Ndrangheta stragista, scontro sulle dichiarazioni di Adornato. Il 25 marzo camera di consiglio

REGGIO CALABRIA Intercettazioni «di una chiarezza disarmante» e che forniscono «una serie di certezze» sui rapporti tra ‘ndrangheta e Cosa nostra per la programmazione e l’attuazione della strategia stragista. Così il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, nel corso della sua integrazione alla requisitoria, ha definito la conversazione captata dagli investigatori e contenuta nelle carte dell’inchiesta “Hybris” della Dda Reggina contro la cosca Piromalli.
È la registrazione di un incontro, avvenuto in un frantoio il 17 gennaio 2021, tra Francesco Adornato, «navigato esponente della ‘ndrangheta», e Giuseppe Ferraro, indagato nel procedimento, durante il quale i due fanno dichiarazioni che richiamano i contenuti dell’inchiesta “‘Ndrangheta stragista” e che per tale motivo, su richiesta della Procura, è stata acquisita dalla Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria presieduta da Bruno Muscolo (a latere Giuliana Campagna). Alla sbarra, per l’uccisione dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, trucidati il 18 gennaio 1994 in un agguato avvenuto sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria nei pressi dello svincolo di Scilla, il boss palermitano Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, ritenuto espressione della cosca Piromalli di Gioia Tauro, entrambi già condannati in primo grado all’ergastolo.

Lombardo: «A Reggio Calabria la testa e il cuore della ‘ndrangheta»

Nell’intercettazione – esaminata in aula anche tramite le dichiarazioni del tenente colonnello Massimiliano Galasso – è il 72enne Adornato a raccontare a Ferraro dell’esistenza di una commissione che era stata costituita per decidere circa la disponibilità della ‘Ndrangheta da dare a Cosa nostra per partecipare alle stragi avvenute in Italia negli anni Novanta. Adornato racconta che «la commissione si era riunita presso il resort “Sayonara” sito a Nicotera e che era presente Pesce ed era assente Pino Piromalli ma che quest’ultimo aveva conferito a Pesce il mandato a rappresentarlo». «Pesce, in proprio ed in nome e per conto di Piromalli, – ha aggiunto Adornato – aveva votato a favore della partecipazione alle stragi anche da parte della ‘ndrangheta». Un progetto criminale proposto da Cosa nostra, che era stato abbracciato dai Pesce e dai Piromalli, nonostante il parere contrario di Luigi Mancuso. Per la Procura, durante l’incontro a Nicotera «il triumvirato» composto da Piromalli, Pesce e Mancuso aveva dunque dato disposizione di «aderire alla strategia dei siciliani» e lo si farà «attaccando i carabinieri».
Adornato, secondo l’accusa, è un «soggetto di ‘ndrangheta di rango elevatissimo», un «ruolo – ha detto Lombardo – di massima fiducia, è l’accompagnatore di Pino Piromalli. Un soggetto che nelle gerarchie mafiose è espressione di quella vicinanza criminale ed ideologica che si conquista sul campo». Secondo il procuratore aggiunto Adornato «aveva le competenze per andare ad approfondire determinate tematiche» e le due dichiarazioni sono «frutto del suo vissuto».
«La testa e il cuore della ‘ndrangheta – ha detto Lombardo rispondendo alle osservazioni della difesa – è a Reggio Calabria e questo distretto è quello che ha lavorato meglio sulla criminalità organizzata. Quando a Reggio Calabria si parla di ‘ndrangheta non si può parlare di periferia, ma di capitale». Lombardo, al termine del suo lungo intervento conclusivo, ha infine parlato di una verità «tridimensionale» da ricercare «al di là delle apparenze» e parte di un «quadro inquietante».

Le difese: «Inattendibile»

«Venga dato il giusto peso alle dichiarazioni di Adornato», ha detto l’avvocato Guido Contestabile, legale di Rocco Santo Filippone, che ha definito il racconto di Adornato «un narrato appreso da terzi», un soggetto – ha aggiunto Contestabile – «talmente importante che non è stata nemmeno arrestato nell’operazione Hybris».
Dubbi rispetto all’attendibilità di quanto contenuto nella conversazione sono stati espressi anche dall’avvocato Salvatore Staiano: «Perché Adornato parla con questo ragazzo e dice “sei il primo a cui dico questa cosa e non lo vorrei nemmeno dire”, perché inizia a parlare di avvenimenti di quarant’anni fa? Mi viene un dubbio atroce. È stranissimo – rimarca il legale di Filippone – che questo all’improvviso inizi a blaterare di queste cose. Questo soggetto cosa ha saputo da Piromalli e dov’è la prova? Questa intercettazione non è un indizio e non è attendibile». Anche i difensori di Graviano, gli avvocati Federico Vianelli e Giuseppe Aloisio hanno contestato con forza la ricostruzione della Procura. «La chiave di lettura di questa conversazione non è quella fornita dal pubblico ministero e dal tenente colonnello», ha detto Aloisio, che ha aggiunto: «Bisogna capire chi è la fonte di Adornato. Si tratta di una conversazione in cui le dichiarazioni di Franco Pino vengono subito menzionate. – ha sottolineato il penalista che ha anche parlato delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza – Ritengo che si tratti una conversazione in cui si fa riferimento a questo processo attraverso le notizie divulgate dalla stampa».

Il 25 marzo fissata la camera di consiglio

Un’udienza lunghissima quella di oggi, iniziata alle 10 di questa mattina e che si è conclusa intorno alle 21.30. L’accusa, rappresentata da Lombardo, ha confermato la richiesta della pena dell’ergastolo per Graviano e Filippone. Gli avvocati della difesa, invece, hanno chiesto l’assoluzione dei due imputati. Sabato 25 marzo i giudici della Corte d’assise d’appello si ritireranno in camera di consiglio, in serata potrebbe arrivare la sentenza.

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