PALMI Continua il viaggio nella memoria di “Caro Professore”, il libro dedicato ad Italo Falcomatà, il sindaco della primavera di Reggio Calabria, curato da Giuseppe Falcomatà e dalla Fondazione a lui dedicata. Nei giorni scorsi a Palmi la Sala consiliare di Palazzo San Nicola ha accolto la presentazione organizzata e promossa dall’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Giuseppe Ranuccio.
È stato proprio Ranuccio in apertura a fare gli onori di casa, portando i saluti del Municipio alla vasta platea di cittadini presenti. Il dibattito, moderato dalla professoressa Rosanna Cannizzaro, si è avvalso dei contributi di due antiche conoscenze di Italo Falcomatà, due personalità che hanno entrambe condiviso un pezzo della loro esperienza politica proprio con il Sindaco-Professore. Per prima Enzo Infantino, attivista per i diritti umani impegnato nel campo della cooperazione internazionale, che ha conosciuto Falcomatà nel contesto delle interpartitiche del centrosinistra reggino quando guidava la Federazione provinciale del Pdci. E poi Salvatore Costantino, già sindaco di Seminara che proprio dal suo ruolo istituzionale di primo Cittadino ha in più occasioni collaborato con Falcomatà. A seguire l’intervento del Consigliere Metropolitano Filippo Quartuccio, che ha sottolineato quanto importante fosse ai tempi di Italo Falcomatà, e lo sia ancora oggi, un approccio istituzionale basato sulla passione politica, sulla dedizione e sullo spirito di servizio nei confronti della propria comunità. A chiudere l’incontro le impressioni dell’autore Giuseppe Falcomatà, che ha recuperato una per una, salvandole dalla sciagura che due anni fa ha quasi distrutto la vecchia sede della Fondazione, le lettere che compongono il libro. Una sequela di missive, inviate da tanti concittadini di Italo Falcomatà, da giovani e meno giovani, residenti in città ed emigrati. Desideri, richieste, rimproveri ed incoraggiamenti, in “Caro Professore” si condensano i pensieri di un’intera comunità rivolti al primo Cittadino che per quasi un decennio guidò un’epoca di rinascita per Reggio Calabria.
«Ciò che colpisce è il linguaggio – afferma Falcomatà – lo straordinario rispetto che si aveva dell’istituzione, i toni sempre garbati, anche a fronte dei tanti problemi che, allora come oggi, affliggono la nostra terra». «Leggendo quelle lettere – ha spiegato ancora – si ha l’impressione che alcune possano essere state scritte oggi. Mi riferisco ad esempio ai tanti giovani costretti ad emigrare per cercare un futuro migliore. Purtroppo, nonostante gli enormi sforzi, la nostra terra continua a perdere le sue energie migliori. Ecco se pensiamo che oggi la proposta sull’autonomia differenziata avanzata dal Governo rischia di cristallizzare questo divario, comprendiamo quanto l’eredità di Italo Falcomatà e le grandi battaglie ideali da lui abbracciate, come ad esempio proprio quella sul Meridionalismo, siano ancora assolutamente attuali».
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