CUTRO «Alla memoria dei morti ed ai sopravvissuti sia dedicato ogni giorno un nostro pensiero ed un nostro atto di amore. Questo naufragio ci serva da monito ad impedire che trafficanti e scafisti di esseri umani senza scrupoli possano mettere a rischio la vita di migranti disperati». E’ questa la frase principale della lunga iscrizione posta su un monumento dedicato al naufragio avvenuto un mese fa nelle acque di Steccato e inaugurato in piazzale Africa della frazione marina di Cutro. A scoprire la stele sono stati il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro e due migranti sopravvissuti al naufragio. Si tratta di un monumento commissionato dall’amministrazione del comune del Crotonese nella quale si ricorda anche che il naufragio «ci richiama ad esercitare il senso di umanità, di solidarietà ed accoglienza nel nome del prossimo e del più alto ideale di fratellanza umana».
«Questo monumento – ha affermato il sindaco Ceraso – sta a significare che noi i riflettori non li abbasseremo mai. Sarà a ricordo di quello che è successo per ribadire la solidarietà e l’accoglienza del popolo di Cutro». Il sottosegretario Wanda Ferro, in rappresentanza del Governo, ha ribadito che «Cutro è simbolo di una politica migratoria che deve vedere l’Unione europea farsi carico della problematica intervenendo al più presto, ad esempio, sulla Tunisia da dove provengono i flussi degli ultimi mesi. Non dobbiamo metterci nella coda – ha detto Ferro – di chi mostra umanità fino al giorno in cui arrivano ad una banchina, ma pensare che c’è il giorno dopo e quello dopo ancora. Dobbiamo lavorare per una integrazione giusta, una migrazione regolare contingentata attraverso flussi sicuri e liberi. Ai familiari e sopravvissuti ho augurato di non trovare solo la solidarietà fino alla banchina del porto, ma trovare dal giorno dopo le condizioni di una vita che sia vita». Dopo l’inaugurazione del monumento, nella chiesa della Santissima Annunzia di Cutro si è svolto il concerto solenne in memoria delle vittime del naufragio tenuto dall’Orchestra sinfonica della Calabria diretta dal maestro Alberto Veronesi.
«Quanto accaduto il 26 febbraio resterà impresso nella memoria collettiva. Non solo perché è una delle pagine più drammatiche dei migranti affogati nel Mediterraneo, ma anche perché ci auguriamo che, dopo questa tragedia, si dia inizio ad una politica europea, per contrastare questo fenomeno, non più ideologica e saltuaria, ma unitaria, incessante, concreta». Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, anche lui presente all’inaugurazione del monumento commemorativo. «La generosa solidarietà – ha aggiunto Mancuso – che la Calabria ha dimostrato al mondo intero, in una circostanza in cui hanno perso la vita 89 migranti, mentre ancora si cercano i dispersi lungo la costa crotonese, chiede fortemente che non ci siano mai più altri Cutro. Sia questa la preoccupazione prioritaria di tutte le forze politiche, dinanzi all’aumento esponenziale delle cifre della disperazione (20mila arrivi a fronte dei 6.500 dell’uguale periodo nel 2022) destinate a lievitare con l’arrivo dell’estate. Ciò che è accaduto a ridosso delle coste crotonesi, scuote le coscienze e chiede all’Unione Europea massima attenzione, per la salvaguardia di chi fugge da guerre civili e religiose. Il Governo ce la sta mettendo tutta, per sanzionare pesantemente i trafficanti di esseri umani e regolare i flussi migratori, dando risposte al bisogno di immigrati nel sistema economico. Ma è l’Europa che deve, se non si vogliono svilire i suoi valori fondanti, incaricarsi della protezione delle frontiere e dell’intera area Schengen, assicurare, assieme agli Stati più esposti, accoglienza e integrazione e dotarsi di una strategia per sostenere la cooperazione allo sviluppo dei Paesi da cui le persone fuggono».
«A fronte di un fenomeno così complesso – ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale – la cui governabilità non può essere scaricata solo sull’Italia e sulle regioni come la Calabria che nel 2022 ha accolto 18mila migranti, le polemiche andrebbero archiviate all’istante. Sfide come le migrazioni e il cambiamento climatico, come sostiene il presidente Mattarella, richiedono un comune impegno. In una visione di solidarietà internazionale, la Calabria ha fatto e continua a fare la propria parte. Ma è chiaro che – ha concluso -, visti i continui arrivi che fanno della Calabria terra di primo approdo, da soli a fronteggiare gli sbarchi, se l’Europa non supera lo scarto tra intenti enunciati e provvedimenti concreti, Comuni, Prefetture, Croce Rossa, Protezione Civile, Capitaneria di Porto e volontari, non possono reggere».
x
x