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La strage di migranti

Steccato, un mese dalla tragedia. Scarpette e peluche per ricordare i bimbi senza nome

Iniziativa della “Rete 26 febbraio” per commemorare le vittime del naufragio. Presente il pescatore che intervenne per primo in soccorso

Pubblicato il: 26/03/2023 – 15:23
Steccato, un mese dalla tragedia. Scarpette e peluche per ricordare i  bimbi senza nome

STECCATO DI CUTRO Ad un mese dal naufragio di migranti a Steccato di Cutro la Rete 26 febbraio ha organizzato una serie di manifestazioni per ricordare le 91 vittime del disastro, soprattutto quei 34 minori, di cui 31 tra 0 e 14 anni, che hanno perso la vita a pochi metri dalla spiaggia. A Crotone scarpette e peluche sono stati sparsi sulla strada con accanto le sigle ormai tragicamente conosciute che indicano le vittime del naufragio: KR28M0 o KR03F2 erano alcune delle sigle date alle vittime subito dopo il disastro in attesa del riconoscimento delle salme. Indicano il numero della vittima, il sesso e l’età.
«Questa iniziativa ad un mese dalla strage – ha detto Manuelita Scigliano portavoce della Rete 26 febbraio – nasce per commemorare, soprattutto, i bambini ma anche tante persone morte in questa tragedia. Nasce per ricordarci che questa emergenza è ancora in corso: sia l’emergenza di Cutro sia l’emergenza delle morti in mare alle frontiere d’Europa. Continuiamo a gridare forte il nostro basta, mai piu’ morti in mare e soprattutto gridiamo forte di smetterla di criminalizzare i migranti e chi li accoglie».
Il riferimento è alle parole del Ministro Piantedosi: «proprio questa mattina – prosegue Scigliano – abbiamo ascoltato una dichiarazione sconvolgente del ministro Piantedosi che accolla la colpa delle morti in mare delle migrazioni a chi accoglie. Seguendo il suo ragionamento sarebbe colpa dei medici se vengono le malattie o dei poliziotti se ci sono crimini. Non capiamo come la cura possa essere l’origine del problema. L’origine del problema è da ricercare molto più in alto, nelle politiche migratorie criminali di chi ha abbandonato paesi in guerra come l’Afghanistan e non garantisce vie legali e sicuri di ingresso in Europa».
Tra i presenti alla manifestazione anche il pescatore Vincenzo Luciano che è stato tra i primi ad intervenire sulla spiaggia di Steccato: «vedere queste scarpette oggi mi fa ancora più male perché avrei potuto salvare altre persone ma non ci sono riuscito».
In piazza Berlinguer sul lungomare di Crotone c’era anche il medico Orlando Amodeo che e’ tornato a chiedere verita’ sull’accaduto: «il ministro Piantedosi deve spiegare perché ci sono queste scarpette qui. Vogliamo sapere perche’ non sono stati soccorsi, perché questi bambini, questi uomini e donne sono morte in quanto non soccorse».

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