LAMEZIA TERME Realizzare agglomerati che, all’interno della zona economica speciale in Calabria, siano in grado non solo di rappresentare un importante volano di sviluppo industriale e territoriale, ma anche di alzare gli standard qualitativi e, soprattutto, in termini di sicurezza. Fisica, certo, ma anche ambientale. È questo uno spunto importante emerso oggi nel corso della terza e ultima data dell’evento organizzata a Gizzeria, la seconda edizione degli Stati generali del Mediterraneo che ha visto la presenza – tra gli altri – del sottosegretario agli Interni Wanda Ferro. Ma ad illustrare il progetto ci ha pensato l’ingegnere Salvatore Puca.
Saranno così impiegate 569 telecamere collegate attraverso fibra ottica per controllare 17 km di strade, con un sistema integrato di controllo targhe. E poi 34 torri faro fondamentali per illuminare le aree di ripresa delle telecamere. «L’obiettivo del commissario – ha spiegato l’ingegnere Puca – è stato quello di rendere questi agglomerati all’interno delle Zes sempre più appetibili e quindi si è passati poi alla sicurezza a 360 gradi, quella ambientale e quella sicurezza fisica. Questo progetto è molto innovativo perché non riguarda solo la sicurezza fisica, ma il monitoraggio delle matrici ambientali. L’obiettivo è quello di contrastare i fenomeni criminosi ai danni dell’ambiente e ci siamo posti l’obiettivo di bloccare questi fenomeni, ma soprattutto, rimuovere le sorgenti inquinanti».
Così come spiegato dall’ingegnere Puca, gli agglomerati saranno tutti chiusi con dei sistemi di monitoraggio di accessi entrata e uscita e «quando c’è un’anomalia scatta subito l’alert con un sistema di droni che va a monitorare e controllare cosa sta avvenendo in modo tale da contrastare i fenomeni di scarichi abusivi e soprattutto individuare dove sta avvenendo lo scarico abusivo di rifiuti, in modo tale da rimuovere la sorgente inquinante». Un sistema, dunque, che consente di rimuovere la sorgente inquinante e bloccare a monte il fenomeno dell’inquinamento anche attraverso l’installazione di quattro centraline ubicate all’interno degli agglomerati per controllare gli inquinanti presenti nell’atmosfera, e una rete di centraline per il controllo continuo dello stato qualitativo delle acque reflue scaricate. Il centro di controllo sarà realizzato a Lamezia Terme, nel Corap, e sarà collegato con tutte le forze dell’ordine che monitoreranno e terranno sempre in continuo anche loro il controllo del territorio. (g.curcio@corrierecal.it)
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