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L’allarme di Tozzi sul Ponte: «Meglio spendere per preparare Reggio e Messina al prossimo terremoto»

Il geologo su Facebook: «Non è questione di se, ma di quando. Prima la sicurezza, a cosa serve l’opera se tutto il resto crolla?»

Pubblicato il: 27/03/2023 – 20:02
L’allarme di Tozzi sul Ponte: «Meglio spendere per preparare Reggio e Messina al prossimo terremoto»

ROMA Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico e volto noto della tv italiana, non ha mai nascosto la propria contrarietà alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. In un post pubblicato sui social scende nel dettaglio. Accompagna il testo con una sua vecchia foto, scattata nei pressi del ponte di Akashi, a Kobe, in Giappone, preso dalla politica a esempio di ciò che potrebbe essere costruito tra Reggio Calabria e Messina. All’epoca, scrive Tozzi, «gli ingegneri avevano appena finito di mettere in opera diversi aggiustamenti a causa del terremoto del 1995 che aveva provocato lo spostamento di quasi un metro e mezzo della torre meridionale e diversi danni. In Giappone sono all’avanguardia, ma in quella regione non si aspettava un terremoto di magnitudo 6,8 Richter, ragione per cui il patrimonio costruito non ha retto e ci furono circa 6000 vittime, per non dire dei cavalcavia con piloni di cemento armato, delle strade e dei palazzi distrutti. Un disastro che indusse a non imporre più la linea ferroviaria sul ponte, che oggi ospita circa 20.000 passaggi al giorno, facendo sorgere a molti, sul posto, il dubbio sull’utilità dell’opera». Quel precedente, secondo Tozzi, dovrebbe sconsigliare il ministero delle Infrastrutture – e non solo – a puntare con tanta decisione sull’opera. Il geologo pone una serie di questioni. «Cosa ci dovrebbe far pensare – scrive – che il ponte sullo stretto di Messina: possa ospitare l’alta velocità ferroviaria, uno dei motivi principali addotti per la realizzazione; venga progettato (il progetto attuale è esecutivo solo a parole) e costruito in meno di 30 anni; non subisca danni, anche in fase di costruzione, da sismi; ospiti i circa 100.000 passaggi/giorno che occorrerebbero per ammortizzare le spese (il calcolo è stato fatto quando si pensava al project financing); non rischi di incrementare il traffico su gomma che dovremmo, invece, diminuire». L’esempio di Akashi-Kobe e del suo tremendo terremoto dovrebbe piuttosto consigliare tutti a «impegnare denari pubblici nella ristrutturazione e nell’adeguamento delle costruzioni di Reggio Calabria e Messina in vista del prossimo terremoto? E chi ci assicura che esso non sarà, come a Kobe, di magnitudo superiore a 7,1 Richter, la massima attesa nello Stretto? E che ce ne facciamo di un ponte che resta in piedi, se tutto attorno è crollato? Visto che non è questione di se, ma di quando, non vogliamo pensare alla sicurezza prima, visto che denari per ogni cosa non ne abbiamo?».

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