BRUXELLES La Commissione europea ha concluso che il prestito ponte da 400 milioni di euro concesso ad Alitalia nel 2019 rappresenta un aiuto di Stato illegale ai sensi delle norme comunitarie. L’Italia ora deve quindi recuperare dalla compagnia l’aiuto di Stato illegittimo, maggiorato degli interessi. Lo ha annunciato lo stesso esecutivo Ue.
Nella sua indagine formale, Bruxelles ha concluso che, nel concedere il 26 ottobre 2019 il prestito ponte di 400 milioni di euro ad Alitalia – commissariata nel maggio 2017 -, «l’Italia non si è comportata come avrebbe fatto un operatore privato, non avendo valutato in anticipo la probabilità di rimborso dei prestiti, più gli interessi, bensì si è concentrata» solamente nel voler «garantire la continuità del servizio dei voli nazionali e internazionali di Alitalia».
La Commissione europea ha ritenuto che l’aiuto non potesse essere approvato ai sensi degli orientamenti Ue sugli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione, notando che la compagnia aveva già beneficiato di aiuti precedenti, vale a dire i due prestiti concessi ad Alitalia nel 2017 da 900 milioni di euro, mai rimborsati e già dichiarati allo stesso modo illegali da Bruxelles nel settembre 2021.
Anche «il nuovo prestito» da 400 milioni di euro, ha spiegato l’Antitrust Ue, «violava l’obbligo una tantum previsto dagli orientamenti» comunitari. Su questa base, Bruxelles ha concluso che «nessun investitore privato» all’epoca si sarebbe esposto concedendo un prestito alla compagnia, e che «l’aiuto ha conferito ad Alitalia un ingiusto vantaggio economico rispetto ai suoi concorrenti sulle rotte nazionali, europee e mondiali», rappresentando «un aiuto di Stato incompatibile».
La Commissione, viene precisato, «ha già rilevato nel settembre 2021» che la nuova Ita Airways «non è il successore economico» della compagnia, pur avendone rilevato alcuni asset, e «che pertanto non è tenuta a rimborsare l’aiuto ricevuto da Alitalia».
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