CATANZARO Una società privata affidataria di un servizio pubblico che “minaccia” consiglieri comunali critici nei suoi confronti. A denunciarlo sono il gruppo di opposizione al Comune di Catanzaro che fa riferimento a Valerio Donato e Gianni Parisi, “Rinascita”, e il consigliere comunale Stefano Veraldi dei “Riformisti Avanti”. Da settimane Donato, Parisi e Veraldi stanno fortemente criticando l’attività della Sieco, la società che in base a un appalto vinto alcuni anni fa gestisce la raccolta differenziata a Catanzaro, lamentando violazioni del contratto e disservizi nel servizio, e criticando anche l’amministrazione guidata dal sindaco Fiorita, a detta dei tre esponenti dell’opposizione eccessivamente “schiacciata” sulle posizioni della Sieco dopo che nella precedente consiliatura l’area politica di Fiorita aveva lanciato fortissime accuse alla stessa società. E secondo quanto riferito in una conferenza stampa da Donato, Parisi e Veraldi, ora la Sieco li avrebbe “diffidati” a proseguire nella loro azione di denuncia.
«Un fatto increscioso e particolarmente grave sotto il profilo politico, amministrativo e istituzionale», esordisce Donato. «Dopo le nostre battaglie per indurre l’amministrazione a verificare l’esatto adempimento delle prestazioni da parte di Sieco – spiega Donato, già candidato sindaco sconfitto da Fiorita al ballottaggio a giugno scorso – abbiamo ricevuto una diffida da Sieco che ritiene, citando articoli di stampa, che noi avremmo diffamato la società con i nostri interventi, e con questa premessa ci chiede sostanzialmente di frenare la nostra azione in questa direzione e ci chiede – la dico in maniera volgare – di tapparci la bocca. La Sieco – rivela il leader dell’opposizione – ci diffida a non reiterare le accuse e le illazioni che secondo Sieco non sarebbero dimostrate. Addirittura ci si chiede di prender contatti con il loro legale per quantificare l’ipotetico danno subìto dalla società. Non riteniamo che nei nostri interventi non ci sia nulla di diffamatorio nei confronti di Sieco, saremmo anzi ben lieti di affrontare un qualunque giudizio in sede civile e penale per dimostrarlo. Non vogliamo frenare Sieco nel suo proposito ma non vogliamo nemmeno frenare la nostra azione, che proseguirà. Non ci faremo intimidire e non ci facciamo tappare la bocca».
Secondo Donato, Parisi e Veraldi «il sindaco e l’amministrazione comunale dovrebbero dire una parola definitiva su questa vicenda, dire se abbiamo ragione o torto, o dire che vorrà approfondire. Poi, c’è un problema istituzionale molto forte, che riguarda il presidente del Consiglio comunale il quale mio giudizio dovrebbe anch’egli dire cosa ne pensa e assumere eventualmente iniziative tese a preservare le prerogative del consiglio comunali. Oggi – aggiungono gli esponenti di “Rinascita” e il consigliere dei “Riformisti Avanti” – siamo noi destinatari di questo atto ma ritengo che, se si lasciano così le cose, qualsiasi consigliere comunale sarebbe travolto da atti di questa natura. Io non ho conoscenza di atti che privati abbiano rivolto a consiglieri comunali chiedendo loro di non proseguire la loro azione politica e di non manifestare il loro libero pensiero». (c. a.)
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