CATANZARO Le “alchimie” politiche di Catanzaro. Non è un mistero che la maggioranza che governa il Comune capoluogo a guida Nicola Fiorita sia una maggioranza “fluida”, cangiante, frutto dell'”anatra zoppa” determinata dalle Amministrative di giugno, con la vittoria del candidato sindaco di centrosinistra a fronte di una maggioranza consiliare di centrodestra. E non è un mistero che Fiorita, sottotraccia, lavori – come del resto è anche legittimo e comprensibile – per allargare il più possibile il perimetro della sua maggioranza in modo da assicurare una stabilità di governo accettabile e più solida. E questa dinamica nelle ultime ore – riferiscono molto osservatori politici – starebbe registrando una certa accelerazione, alla luce di un fatto che a prima vista potrebbe dire poco ma invece potrebbe sottintendere molto: la nascita del gruppo della Lega in Consiglio comunale.
L’input per l’esordio del Carroccio a Palazzo De Nobili arriva dal plenipotenziario dei salviniani sul territorio, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, che alle elezioni di giugno ha schierato due liste di ispirazione leghista, “Prima l’Italia” (la civica della Lega su scala nazionale) e “Alleanza per Catanzaro”, posizionate con la gran parte della coalizione di centrodestra a sostegno del candidato sindaco sfidante di Fiorita e da Fiorita sconfitto al ballottaggio, Valerio Donato: con le due liste sono stati eletti in Consiglio comunale in cinque, Eugenio Riccio, Manuel Laudadio, Gianni Costa, Rosario Lostumbo e Rosario Mancuso. Ma di questi cinque faranno parte del gruppo della Lega in tre – Riccio, Laudadio e Costa – mentre invece non si sarebbero iscritti i consiglieri comunali Lostumbo e Mancuso.
Il gioco è facile per parecchi analisti nel dare concretezza ai boatos che da giorni si rincorrono tra le stanze di Palazzo De Nobili e nel ritenere che Lostumbo e Rosario Mancuso in realtà si stiano avvicinando alla maggioranza che sostiene Fiorita, maggioranza nella quale già siedono forze certo non di centrosinistra come l’area guidata dal consigliere regionale Antonello Talerico, che a Palazzo Campanella siede tra i banchi del centrodestra mentre al Comune di Catanzaro è organico allo schieramento fioritiano. Così come Fiorita – sempre secondo fonti accreditate – già avrebbe l’appoggio di altri eletti a giugno nella coalizione di Donato, come Luigi Levato, Manuela Costanzo, Francesco Scarpino. “Transfughi”, secondo i detrattori, “responsabili” secondo un’accezione più educata, ma in sintesi, comunque li si voglia definire, “puntellatori” della maggioranza di Fiorita, che con le (possibili) “new entry” alla fine potrebbe arrivare a quota 20 consiglieri (rispetto agli 11 di inizio consiliatura). Numeri che sarebbero sicuramente granitici se non fosse per il fatto che configurano una maggioranza sempre più variegata e sempre più condizionata dal “soccorso” che a Fiorita e alla sua Giunta arriverebbe dal centrodestra e dal conseguente potere “contrattuale” dei suoi alleati non provenienti dal centrosinistra. Un aspetto, quest’ultimo, che proprio nelle ultime ore si starebbe dispiegando in modo piuttosto evidente con le dichiarazioni rilasciate in una trasmissione tv dallo stesso Talerico, che ha rivelato di aver sollecitato Fiorita a procedere a un rimpasto di Giunta, e a procedervi a breve. Il tutto nel silenzio (assenso?) del centrosinistra e del Pd. (a. c.)
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