LAMEZIA TERME Nuovo appuntamento con L’Altra politica, il settimanale di approfondimento in onda questa sera alle 21 sul canale 75 de L’Altro Corriere tv. Ospiti di Danilo Monteleone e Ugo Floro, i sindaci di Gioia Tauro e Roccella Jonica, Aldo Alessio e Vittorio Zito. Al centro dell’intervista con il primo cittadino gioiese l’emergenza mafia nella Piana.
«O troviamo il coraggio di cambiare o la criminalità cambierà i nostri territori». Aldo Alessio non ha dubbi e lancia un accorato invito alla società civile a partecipare in modo massiccio alla manifestazione “No alla mafia” che si terrà il prossimo 31 marzo a Gioia Tauro. «C’è una ripresa delle attività criminali a Gioia, e più in generale nel circondario, che deve indurci a fare fronte comune. Siamo arrivati al punto in cui il pur valoroso lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine non può da solo bastare, c’è bisogno di una ribellione delle coscienze perché stiamo rischiando di tornare indietro». Alessio ricorda a tal riguardo la recente scia di episodi intimidatori e delinquenziali insieme alle inquietanti evidenze giudiziarie emerse da importanti inchieste giudiziarie come Hybris «che fungono ormai da intollerabile cappa allo sviluppo dell’area». Ma è anche la solitudine dei primi cittadini a preoccupare Aldo Alessio: «Non si può pensare che il solo sindaco possa contrastare efficacemente la nuova avanzata criminale, c’è bisogno di un risveglio delle comunità, ecco perché giorno 31 mi aspetto una grande partecipazione dei calabresi e soprattutto dei cittadini di Gioia Tauro».
Vittorio Zito ha invece focalizzato la gravità della situazione sulla costa ionica reggina interessata da continui sbarchi di migranti, come l’ultimo che ha visto approdare un’imbarcazione a bordo della quale vi erano 650 persone. «È vero che la Calabria e le sue comunità più esposte ai fenomeni migratori sta dando grandi lezioni umanitarie, non solo sotto il profilo dell’accoglienza, ma anche con riguardo alle misure di primo soccorso sulle quali il “modello Roccella” si sta imponendo per efficacia. Tuttavia è allo stesso tempo vero che c’è bisogno di un sostegno economico da parte dello Stato che ci consenta di poter operare senza ulteriori disagi». Zito elenca una serie di spese «che da soli non possiamo più fronteggiare e che non ci vediamo rimborsare». Ma c’è anche il compiacimento per quella catena di solidarietà che, specie in occasione dell’ultimo sbarco, «ha visto unirsi tutti i comuni viciniori in un’opera generosa di soccorso e di accoglienza». (redazione@corrierecal.it)
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