COSENZA Nove anni per Giovanni Porco e 10 anni e 6 mesi per Luigi Frassanito e Giovanni Porco. Sono queste le richieste di pena avanzate dal pm al termine della requisitoria nel processo in corso al Tribunale di Cosenza sui presunti “agenti infedeli” del carcere bruzio. Nel corso dell’odierna udienza, i legali dei due imputati hanno concluso le rispettive chiedendo l’assoluzione dei rispettivi assistiti e sottolineando in più passaggi l’assoluta estraneità ai fatti contestati. Porco e Frassanito, secondo quanto ricostruito dall’accusa avrebbero messo in atto una serie di attività a favore dei boss della mala cosentina, realizzate tra il 2009 e il 2015. La presidente del collegio giudicante, Carmen Ciarcia, al termine dell’udienza ha rinviato al mese di maggio per la lettura della sentenza.
Adolfo Foggetti, Daniele Lamanna, Luca Pellicori, Ernesto Foggetti, Mattia Pulicanò, Franco Bruzzese, Vincenzo De Rose, Francesco Noblea, Luciano Impieri hanno avuto modo di raccontare in aula quanto di loro conoscenza sulla presunta attività “infedele” dei due agenti di polizia penitenziaria in servizio al Sergio Cosmai di Cosenza. Ci sarebbero i pizzini che dalle celle avrebbero raggiunto i sodali all’esterno dell’istituto penitenziario, in attesa di ordini per l’organizzazione dei business illeciti. Ma non solo. Sempre secondo quanto raccontato da alcuni collaboratori di giustizia, i detenuti oltre a continuare ad impartire ordini per garantire l’attività dei clan, avrebbero avuto il potere per il tramite dei due agenti di sistemarsi autonomamente all’interno delle celle di sicurezza e riunirsi senza alcun divieto. (f.b.)
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