PALMI «Quello sull’ambiente è un business antico, da quando la picciotteria commetteva il reato di abigeato e furti di prodotti della terra. L’agricoltura oggi è diventata ancora più allettante perché ci sono contributi regionali ed europei». A parlare, a margine, della seconda edizione del “Premio Felice Badolati” svolta stamane al Teatro Manfroce di Palmi, è il procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri. Che ha premiato una scuola lametina per la realizzazione di un video dedicato al progetto “Un seme per la legalità” indetto lo scorso novembre dal Distretto Rotary. Gli eco-affari per la ‘ndrangheta rappresentano una ghiotta occasione per riciclare denaro di provenienza illecita. «Le mafie sono attratte da tutto ciò che è fonte di guadagno, da tutto ciò che può essere fonte di ricchezza» anche dalle energie rinnovabili: «dalla conversione ai panelli solari, al business dell’eolico fino alle batterie», precisa Gratteri. Che aggiunge: «Le mafie hanno tanti soldi, il loro problema, a un certo punto, è giustificare questa ricchezza». «Devono – conclude il procuratore – portare alla luce del sole i milioni di euro già in loro possesso». Sull’attività della Dda di Catanzaro, il procuratore è lapidario: «C’è tantissimo da fare e andiamo avanti con lo stesso ritmo e con lo stesso entusiasmo di sempre».
Al Teatro Manfroce, «chiuso per 25 anni e tornato a disposizione di Palmi e dei palmesi» come sottolinea il giornalista della Gazzetta del Sud Arcangelo Badolati, i protagonisti assoluti sono i giovani studenti provenienti da tutta la Calabria e vincitori del concorso “Un seme per la legalità” dedicato alla memoria dell’avvocato Felice Badolati, PastGovernor del Distretto Rotary 2100. Le tematiche proposte sono evidentemente attuali: emergenza ambientale ed ecosostenibilità. Oltre 50 i lavori pervenuti e valutati da una giuria esterna composta da figure professionali in relazione ad ogni categoria.
A curare il progetto, la Commissione distrettuale composta da Leda Badolati in qualità di Presidente, Daniele Cananzi, Miryam Costa, Carmela Dromì, Novella Lo Giudice, Manlio Paonessa, Ferdinando Perelli, Rocco Reina. A consegnare i premi, oltre alle autorità rotariane, nomi prestigiosi e ospiti d’eccezione: Nicola Gratteri, Giuseppe Zimbalatti, Mons. Francesco Savino, monsignor Francesco Milito, Giap Parini, Riccardo Barberi, Rossana Rossi, Franco Napoli, Peppino Mazzotta, Lucia Sardo, Giancarlo Costabile, Paola Militano, Attilio Sabato, Dario Pini, Maurizio Carnevali, Fabio Vincenzi e Walter Pellegrini.
«Vi chiedo scusa», monsignor Francesco Savino – vescovo di Cassano allo Ionio e vicepresidente della Cei per l’area Sud, si rivolge ai giovani in sala. «Invece di essere adulti siamo adulteri nel pensiero e nel cuore. Chiedo perdono». «Voi lasciate la Calabria – aggiunge – la regione diventa sempre più bella ma sempre più povera perché andate via e la colpa è nostra». «Vi stiamo consegnando – chiosa – un mondo sfigurato, non vivibile. A voi giovani dico non ascoltare chi vi vuole protagonisti del futuro, voi siete il presente». Tra gli interventi anche quello della direttrice del Corriere della Calabria, Paola Militano. «Iniziative come questa sono un modo potente per sensibilizzare i ragazzi sui temi delle illegalità e sulla ‘ndrangheta ancora fortemente radicata nella nostra società, come ampiamente dimostrato dal procuratore Gratteri, che si avvale anche della forza della parola per combatterla, parlando alle platee di giovanissimi in giro per l’Italia. Per sensibilizzarli sul dovere dell’accoglienza, in un mondo dove si è arrivati a calpestare i diritti di uomini e donne, costretti a migrare per vivere questa è disumanità e le conseguenze sono nell’orrore che abbiamo visto a Steccato di Cutro. E sul senso di appartenenza. L’erba più verde non è quella del vicino. E’ la nostra. Questa terra, va guardata con occhi nuovi, liberi da pregiudizi, come quelli di tutti questi ragazzi, che rappresentano il presente (come sostiene monsignor Savino) di una Calabria sostenibile e solidale. Il mio grazie va a te, Arcangelo ed agli organizzatori di questo premio, nel ricordo di tuo padre, un palmese di grandi principi e, naturalmente, ai palmesi circondati dalla bellezza, ma non diamola per scontata». Sul palco anche il direttore di Ten, Attilio Sabato. Provocato da Arcangelo Badolati, Sabato ha rimarcato le colpe e le responsabilità di chi ha avuto in mano la gestione del nostro Paese ed ha dimenticato di occuparsi di temi fondamentali come quelli relativi al rispetto dell’ambiente.
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