VENEZIA Il cattivo funzionamento della macchina pubblica grava su famiglie e imprese per almeno 225 miliardi di euro all’anno. Il calcolo è della Cgia secondo la quale gli effetti economici di queste criticità, dovrebbero misurare oltre 11 punti di Pil all’anno, ovvero attorno ai 225 miliardi di euro, più del doppio dell’evasione tributaria e contributiva in Italia stimata attorno ai 100 miliardi di euro l’anno; quasi doppia della spesa sanitaria in Italia (131,7 miliardi per il 2023); pari al Pil prodotto nel 2021 da tre regioni del Nordest (Trentino A.A., Veneto e Friuli V.G.); di poco sotto alle risorse che il nostro Paese dovrà spendere entro il 2026 con il Pnrr (235 miliardi). Sebbene abbiamo recuperato qualche posizione sul 2019, l’Italia è solo al 23/o posto a livello europeo per la qualità offerta dai servizi pubblici. Tra i 27 paesi UE, solo Romania, Portogallo, Bulgaria e Grecia hanno un risultato peggiore del nostro. Su 208 regioni Ue monitorate nel 2021 dall’Università di Göteborg, la prima realtà italiana è al 100/o posto: la Provincia Autonoma di Trento. Poi al 104/o il Friuli V.G., al 109/o il Veneto e al 117/o la Provincia di Bolzano.
Sconsolante è la situazione delle regioni del Sud. Delle ultime 20 posizioni della graduatoria europea, 5 sono occupate dalle regioni del Mezzogiorno: la Puglia è al 190/o posto, la Sicilia al 191/o, la Basilicata al 196/o, la Campania al 206/o e la Calabria, penultima a livello europeo, al 207/o posto. Nelle prime 5 posizioni della graduatoria europea ci sono le regioni di Åland (Finlandia), Midtjylland (Danimarca), Friesland (Paesi Bassi), Nordjylland (Danimarca) e Småland med öarna (Svezia). Chiudono la classifica, invece, Severoiztochen (Bulgaria), Sud-Est (Romania), Nord-Est (Romania), Yugozapaden (Bulgaria), Campania e Calabria. Maglia nera d’Europa è la regione di Bucaresti-Ilfov (Romania). (Ansa)
x
x