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La riflessione

«Calabria: burocrazia “malata”?»

Possibile che a nessuno ribolle il sangue nelle vene al punto da adoperarsi seriamente per riportare la Calabria sugli standard di altri Paesi europei? Non è un bell’approccio leggere i quotidiani…

Pubblicato il: 03/04/2023 – 10:01
di Franco Scrima*
«Calabria: burocrazia “malata”?»

Possibile che a nessuno ribolle il sangue nelle vene al punto da adoperarsi seriamente per riportare la Calabria sugli standard di altri Paesi europei? Non è un bell’approccio leggere i quotidiani i questi giorni e trovare in prima pagina titoli come questo: “Calabria, burocrazia malata”. Dopotutto è la sintesi di una qualità scadente di buona parte di una burocrazia che ha fatto precipitare il territorio nazionale al penultimo posto di una graduatoria fatta in seguito all’esame di 208 regioni europee.
Se tanto ci dà tanto è pressoché inutile lamentarsi. Nessuno impone nulla quanto alla scelta dei politici da mandare per rappresentarci nelle istituzioni. La soluzione, pertanto, è quella di sempre: pretendere dai partiti politici una selezione seria dei candidati. Persone che oltre ai loro interessi che, inutile sottacere, fatte salve talune eccezioni, sono prioritari rispetto anche allo stesso partito che le ha candidate, dovrebbero pensare anche alla Calabria che ha il diritto di essere annoverata con pari dignità tra gli altri territori.
Non è certo gratificante apprendere che i dati per l’elaborazione fatta possono evidenziare che l’assegnazione del penultimo posto alla Calabria, dipende «dalla capacità istituzionale amministrativa caratterizzata da debolezze profondamente radicate».
Elementi che nolenti o dolenti si ripercuotono, con tutto il loro peso, sugli ignari cittadini la cui responsabilità è il non aver saputo selezionare, a quanto sembra, le persone da votare, non più per fare un atto di cortesia ad un amico, quanto ad avere segnato una preferenza sulla scheda, considerata che l’efficienza dell’organismo che andranno a formare dipende da tutto, tranne che a un lavoro approssimativo al fine di riscuotere a fine mese lauti appannaggi.
Considerazioni trite e ritrite, ma che evidentemente non hanno il potere di portare a soluzioni diverse da quelle di altri tempi, fatte salve talune differenze che pure ci sono anche in Calabria. La speranza è che si intenda, una volta per tutte, che l’essere al penultimo posto di una classifica europea, non è certamente motivo d‘orgoglio.
Ciò che preoccupa è il non vedere all’orizzonte alcuno spiraglio di luce, nonostante questa condizione continui a pesare gravemente sul Paese. Basta considerare che si trova al penultimo posto della classifica, cosa che significa per l’Italia il rischio di vedersi depauperata della credibilità oltre al peso economico consistente nella perdita di circa 225 miliardi di euro all’anno, pari alla percentuale dell’undici per cento del Pil con pesantissime ripercussioni per l’economia nazionale.
L’essere al 207^ posto in Europa significa essere penultimi. Dopo di noi soltanto una regione della Romania.
Superfluo aggiungere che a rendere così fragile la Calabria riguardo alla classifica europea sono la qualità dei servizi oltre alla parzialità della Pubblica Amministrazione e, purtroppo, ai casi di corruzione segnalati.
*giornalista

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