COSENZA «Il giudice ha disposto la perizia che avevamo chiesto, noi parti civili e il pubblico ministero, sul telefono di Lisa. È un accertamento che il pubblico ministero aveva già disposto durante le indagini preliminari ma non è stato terminato perché il Racis di Roma non è riuscito, con le apparecchiature a disposizione, ad “aprire” il telefono». Al termine di un’udienza lampo del processo con rito abbreviato sul presunto omicidio di Lisa Gabriele, sono stati disposti accertamenti sul cellulare della giovane donna uccisa a Montalto Uffugo nel 2015.
«Nel telefono, che è stato un elemento sempre tenuto un po’ da parte in questo processo, può esserci molto da leggere. Un collegio peritale di autorevoli esperti lo esaminerà. Si tratta di un passaggio fondamentale per ricostruire gli ultimi giorni della vita di Lisa», dicono gli avvocati Nunzia Paese e Gianluca Bilotta a Chi l’ha visto? dopo la decisione del gup di Cosenza, che ha rinviato l’udienza del processo all’ex agente della Polizia stradale Maurizio Mirko Abate, con il quale la ragazza aveva una relazione. Il pm ha chiesto per lui 14 anni per l’omicidio e 4 per spaccio di stupefacenti. Le indagini sono state riaperte nel 2018 dopo una lettera anonima.
«Siamo sereni, la nostra opposizione era puramente procedurale, riteniamo che questo accertamento potesse essere svolto prima della chiusura delle indagini», commentano Marco Facciolla e Francesco Muscatello, avvocati di Abate. «Ovviamente – spiegano – se il giudice lo ritiene rilevante e direttamente consequenziale al capo di imputazione aspettiamo gli esiti dell’accertamento. D’altra parte eventuali nuove acquisizioni potrebbero anche concorrere a scagionare il nostro cliente». (redazione@corrierecal.it)
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