ROCCELLA JONICA L’emergenza sbarchi al centro di un colloquio telefonico tra il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il presidente della Regione Roberto Occhiuto e il sindaco di Roccella Jonica Vittorio Zito. La fase di emergenza non sembra essere passata e, anzi, lo scalo portuale della Locride registra arrivi sempre più numerosi. Se prima la rotta turca era quella più battuta dai migranti con l’arrivo di piccole imbarcazioni, come barche a vela, negli ultimi sbarchi si è registrato un arrivo di migranti su pescherecci che partono dalla Libia con 500-600 persone a bordo. Come accaduto nei giorni scorsi, quando un grosso peschereccio è arrivato nel porto delle Grazie, condotto dagli stessi migranti, senza che nessuno se ne accorgesse. Sulla banchina i soccorritori si sono ritrovati, a seguito di due sbarchi nello stesso giorno, un totale di circa mille migranti. Numeri decisamente elevati per la macchina dei soccorsi – seppur efficiente e coordinata – che opera sulla Locride. Sul posto lavorano ininterrottamente Croce Rossa, Protezione civile, Medici senza frontiere. Mentre per le operazioni di individuazione e soccorso sono in campo Guardia Costiera e Guardia di Finanza.
Per assicurare il primo soccorso ai migranti, nei mesi scorsi, è stata allestita una struttura che può ospitare circa 250 migranti prima di essere destinati ai vari centri di accoglienza. Ma il numero sempre maggiore di persone che arrivano ha portato anche altri sindaci del territorio a mettere a disposizione strutture comunali. Da qui la necessità di attuare nuove e più significative misure.
«Al ministro Piantedosi ho fatto presente le difficoltà dovute al cambio che c’è stato, al fatto che i migranti arrivino sui pescherecci, e se ogni volta ne arrivano 500 diventa un problema serio. Da questo punto di vista credo che nei prossimi giorni ci saranno sicuramente altri interventi da parte del ministero che fanno capire che l’attenzione c’è». Così il sindaco di Roccella ai microfoni del Corriere della Calabria. Sul punto il presidente Occhiuto, in una nota ha spiegato: «Ho chiesto, nell’ipotesi che il governo dichiari lo stato di emergenza per le zone del Paese più esposte all’immigrazione clandestina, di prevedere un analogo status per la Calabria. Questo ci aiuterebbe a velocizzare l’iter di alcune procedure necessarie per avere a disposizione gli strumenti indispensabili a garantire sempre e in modo strutturale la prima accoglienza per i migranti che arrivano nella nostra Regione». Secondo il primo cittadino è necessario «considerare la situazione come una situazione di vera emergenza». «Se la modalità con la quale arrivano i migranti – afferma ancora Zito – non è gestita in maniera unitaria da un soggetto che è preposto a questo, è difficile che sia gestita con gli strumenti classici utilizzati per intervenire per situazioni momentanee. Ci vuole un soggetto che abbia la capacità di rispondere velocemente ai problemi che si pongono».
«La situazione è di grande difficoltà», spiega ancora il primo cittadino di Roccella. «Tutti i luoghi messi a disposizione dai comuni sono luoghi nei quali i migranti possono sostare per il tempo ragionevole necessario per poi essere accolti nei circuiti di accoglienza. Dal 23 marzo sono trascorsi diversi giorni e ancora ci sono circa 300 persone qui in zona. Sono situazioni nelle quali si può stare per un tempo limitato. Secondo me è necessario che ci sia una sorta di cuscinetto tra il primo soccorso a terra che si fa a Roccella e il circuito di accoglienza, cioè delle strutture nelle quali si può protrarre anche 20 giorni una permanenza in maniera più funzionale e dignitosa possibile». E sui lavori della struttura presente a Roccella, l’ex ospedaletto, che era stata dichiarata inagibile, Zito ha spiegato: «Si sta lavorando molto alacremente. Abbiano risolto le questioni relative all’accatastamento, credo che a breve si potrebbe andare verso le procedure di appalto dei lavori. Si parla però certamente di un anno e mezzo o due».
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