ROMA Tempi stretti per l’approvazione in via definitiva del decreto Superbonus, che contiene il blocco della cessione dei crediti. Dopo il disco verde arrivato ieri dalla Camera sul provvedimento che aveva già incassato la fiducia, tocca ora al Senato licenziarlo in via definitiva – pena la decadenza – entro il 17 aprile.
L’ok di Montecitorio è arrivato con le proteste in Aula del Movimento 5 stelle che ha esibito i caschetti utilizzati per la sicurezza in edilizia. I sì sono stati 172 e 114 i voti contrari, un solo astenuto.
«Votiamo no a tutela dell’intera filiera dell’edilizia. Questo caschetto rappresenta lavoratori, imprenditori, tecnici che lavorano in cantieri oggi chiusi, grazie a voi», ha spiegato, nella dichiarazione di voto contraria al dl Superbonus e cessione crediti fiscali, Agostino Santillo, vicepresidente del gruppo M5s alla Camera.
«Siete esecutori di un tradimento portato avanti da un sistema istituzionale e bancario di cui fate parte. Voi siete per l’austerità. Volete un Pil da prefisso telefonico, minando la credibilità dell’Italia. Avete violato un patto con i cittadini e le imprese: quale investitore viene in Italia così? Abbiamo milioni di edifici sotto sequestro, migliaia di lavoratori con le braccia incrociate. Votiamo no a tutela dell’intera filiera dell’edilizia. Questi cantieri oggi sono chiusi», ha concluso.
Contro il provvedimento anche le altre opposizioni: «Il decreto sul Superbonus è stato cambiato ben 28 volte e il risultato è un pasticcio che non tiene conto delle priorità e dei principi di decarbonizzazione e su cui viene posta l’ennesima questione di fiducia. Non vi è alcun dubbio che l’incentivo, così come era stato approvato, fosse da rivedere ma, anziché proporre una riforma strutturale, il governo Meloni ha demolito tutto, creando un disastro sociale e mettendo in crisi migliaia di imprese», ha detto il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli.
«Il populismo di un polo, di fatto, ha voluto una misura per i poveri e ha prodotto una misura per i ricchi compromettendo per il futuro analoghi interventi proprio per i più poveri», ha sottolineato Mauro Del Barba, annunciando il voto contrario di Azione-Italia viva.
Di provvedimento «sbagliato e improvvisato» ha parlato Chiara Braga per il Pd intervenendo sul mancato sblocco della cessione dei crediti e sullo sconto in fattura. A favore si sono pronunciate le forze di maggioranza con Noi moderati che ha auspicato maggiori controlli per impedire le truffe, senza però pensare di abolire gli incentivi.
L’aula, nei giorni scorsi, aveva dato disco verde alle modifiche passate in commissione che avevano introdotto varie novità rispetto all’articolato originario. Tra queste la principale è quella che proroga al 30 settembre 2023 il superbonus al 110% per le spese sostenute per le villette unifamiliari con un avanzamento dei lavori pari al 30% al settembre dello scorso anno.
Novità anche sul fronte dello sblocco dei crediti maturati nel 2022 a rischio decadenza per l’impossibilità di inviare le relative comunicazioni all’Agenzia delle entrate entro fine marzo: il provvedimento prevede che in questo caso sarà possibile effettuare la comunicazione anche in assenza della conclusione dell’accordo di cessione con la banca.
Il provvedimento inoltre, stabilisce il via libera anche alla proroga della cessione dei crediti per edifici ex Iacp, Onlus, lavori con sismabonus.
Bocciata invece per ragioni di cassa, l’ipotesi degli F24 per la cessione crediti. Per quanto riguarda invece le spese sostenute dal primo gennaio al 31 dicembre 2022, i contribuenti potranno optare per il riparto della detrazione in 10 quote annuali a partire dal periodo d’imposta 2023. Il testo prevede infine la nascita di un veicolo finanziario per la compravendita dei crediti incagliati.
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