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Migranti, flusso ininterrotto dal Nord Africa: il governo valuta lo “stato di emergenza” per Calabria e Sicilia

Concreta la possibilità che l’esecutivo accolga la richiesta avanzata dai due governatori e finalizzata a velocizzare l’iter per la prima accoglienza

Pubblicato il: 05/04/2023 – 20:50
Migranti, flusso ininterrotto dal Nord Africa: il governo valuta lo “stato di emergenza” per Calabria e Sicilia

ROMA Nuovi arrivi di migranti annunciati sulle coste italiane e il flusso ininterrotto di profughi da Libia e Tunisia che non accenna a diminuire, tanto da far ipotizzare uno “stato di emergenza” per i luoghi di sbarco più frequenti e sotto pressione, come richiesto da Sicilia e Calabria.  Tra gli ultimi soccorsi nel Mediterraneo c’è quello della Geo Barents, nave della Ong di Medici Senza Frontiere, impegnata per oltre undici ore nel salvataggio di 440 persone che erano ammassate su una motopesca nella zona Sar maltese in balìa delle onde, con il vento a quaranta nodi. Anche in questo caso il supporto del nostro Paese non è mancato, con il trasbordo di cento naufraghi verso un’imbarcazione dell’assetto navale italiano al largo delle coste della Sicilia e il porto di Brindisi assegnato per lo sbarco delle altre 339 persone (un’ altra in gravi condizioni, perché disidratata, è stata trasportata in ospedale con un elicottero di Malta). I sopravvissuti hanno riferito di essere rimasti in mare per oltre quattro giorni, di cui gli ultimi due senza cibo né acqua. Erano partiti sabato scorso dalla Libia, vicino a Bengasi. Provengono da Siria, Pakistan, Bangladesh, Egitto, Somalia e Sri Lanka, tra loro ci sono otto donne e una trentina di bambini. Il salvataggio però non è stato effettuato con l’avvallo de La Valletta. «Malta aveva contattato due navi mercantili che per le dimensioni e per il lavoro che svolgono non sono capacitate a portare a termine operazioni di soccorso per questo tipo di condizioni meteorologiche e noi invece non eravamo stati coinvolti con alcuna istruzione o aggiornamento», ha detto Riccardo Gatti, responsabile dei soccorsi. Il governo intanto guarda alle urgenze delle prossime settimane. Per sbloccare rapidamente fondi e dare più poteri ai sindaci dei territori particolarmente interessati dagli sbarchi, appare sempre più  concreta l’ ipotesi di dichiarare lo stato di emergenza per comuni come Lampedusa e altri. A invocare il provvedimento è innanzitutto il presidente della Sicilia: «Siamo alla vigilia di un’ondata migratoria dai Paesi nordafricani. I flussi si sono bloccati negli ultimi giorni solo per il maltempo. Ma riprenderanno con intensità nelle prossime settimane», spiega Renato Schifani. Anche il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, chiede di prevedere un analogo status per la Calabria: «Questo – dice – ci aiuterebbe a velocizzare l’iter di alcune procedure necessarie per avere a disposizione gli strumenti indispensabili a garantire sempre e in modo strutturale la prima accoglienza per i migranti che arrivano nella nostra regione». Sul fronte politico, l’Esecutivo sta anche valutando nuove strategie per velocizzare i rimpatri, aumentando gli appositi centri affinché siano istituiti in ogni regione. Ma c’è anche chi si oppone a queste iniziative: proprio in queste ore, in Toscana, il consiglio regionale ha respinto la mozione che chiedeva al presidente e alla giunta di adottare tempestivamente iniziative necessarie alla realizzazione del Centro di permanenza per i rimpatri nel territorio . L’altra mossa del governo sarà quella di favorire un’ intensa azione diplomatica con la Tunisia – divenuta la rotta principale dei flussi migratori irregolari – affinché in vista della visita a Tunisi nella seconda metà di aprile si possano sbloccare i fondi da destinare allo Stato magrebino, che versa in una grave crisi economica. Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha rinnovato le disponibilità della Difesa e ha offerto tutto l’aiuto necessario per i soccorsi e la logistica sul trasferimento dei profughi. La questione migranti è approvata anche sul tavolo dei lavori della ministeriale esteri a Bruxelles, coinvolgendo lo stesso il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, il quale ha specificato: «Noi aiutiamo gli sforzi dei singoli alleati e dell’Ue, abbiamo una presenza navale Nato in Turchia e lavoriamo con partner in Medio Oriente e Nord Africa».

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