TORINO C’è un messaggio del presidente Sergio Mattarella, che plaude all’iniziativa, «importante stimolo per la diffusione di una cultura delle coscienza civile e dell’impegno della lotta alla criminalità attraverso l’esempio di un magistrato valoroso, rigoroso e tenace», per l’intitolazione della prima scuola, l’Istituto comprensivo D’Azeglio-Nievo di Torino, a Bruno Caccia, il magistrato ucciso dalla ‘ndrangheta nel capoluogo piemontese nel 1983. A ricordare la sua figura i figli, Guido, per il quale «essere suo figlio mi dà la responsabilità di tenere alto il suo nome e portare avanti i suoi valori tutti i giorni», Cristina, che sottolinea «qui oggi celebriamo la nostra Repubblica e la nostra democrazia, un omaggio a lui ma anche alla società civile e a tutti quei magistrati che fanno il loro lavoro bene», e Paola. «La sua – racconta – era un’educazione quotidiana, ci dava fiducia, che vuol dire dare responsabilità. Quando è morto piano piano il dolore si è trasformato in fierezza e orgoglio di essere figlia di mio padre, che è morto perché era coraggioso, perché è stato un cittadino modello e questa fierezza mi ha aiutato nelle mie scelte». «La sua – racconta – era un’educazione quotidiana, ci dava fiducia, che vuol dire dare responsabilità. Quando è morto piano piano il dolore si è trasformato in fierezza e orgoglio di essere figlia di mio padre, che è morto perché era coraggioso, perché è stato un cittadino modello e questa fierezza mi ha aiutato nelle mie scelte».
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