CORIGLIANO ROSSANO Arrivano i rinforzi: previste per Pasqua due unità di supporto da far ruotare nei pronto soccorso di Corigliano Rossano e Trebisacce. Specialmente il comune a nord di Villapiana quest’anno ha evitato in extremis una sorpresa più che amara nell’uovo di cioccolato. La carenza di organico ormai cronica e qualche malattia imprevista di troppo – come spesso accade in particolari giorni del calendario – stavano compromettendo il servizio del reparto di urgenza tanto da far parlare di possibile chiusura. E così, in tempi di miracoli e meraviglie, dal cilindro sono spuntate soluzioni – leggasi delle prestazioni di supporto da parte di medici del 118 – che a Pasqua verranno a dare manforte ai pronti soccorso della città unica e di Trebisacce.
Ma facciamo una fotografia della situazione attuale. Secondo il protocollo, per garantire un servizio adeguato nei pronti soccorso dovrebbero esserci 7 medici. A Trebisacce ce ne sono 4. Di questi, al momento, uno è in malattia e per le festività Pasquali il numero, stando così le cose, sarebbe sceso a 3. La nuova unità riporta dunque le unità alla condizione di sempre, ovviamente non ottimale, ma quantomeno in grado di mandare avanti le cose senza dover chiudere i battenti. Ma se Sparta piange, Atene non ride. A Rossano – sulla carta – ci sono 7 medici, quindi il numero ideale per un buon funzionamento del reparto di urgenza. Ma di questi soltanto 4 sono effettivamente operativi a pieno regime. Allo spoke di Corigliano invece le unità in servizio sono 3. Dunque, a conti fatti, il Giannettasio e il Compagna raggiungono il numero ideale soltanto se si sommano i medici di entrambi i pronti soccorso. In pratica ce ne vogliono due per farne uno. L’arrivo dei nuovi camici bianchi di certo non sarà la risoluzione di tutti i mali ma, quantomeno, servirà a tenere in piedi i seppur fragili equilibri.
«Abbiamo chiesto al presidente Occhiuto – fa sapere il commissario Asp Antonello Graziano – di inviare anche sulla fascia Jonica i medici cubani». La soluzione inizialmente tanto criticata e adottata per lo più nel reggino per quanto riguarda la nostra regione, adesso sembra la sola via di salvezza. Intanto però la governance e la direzione tutta non restano con le mani in mano e tentano ancora la via dei concorsi – fin troppe volte andati deserti – e il recepimento del decreto legge 34 in base al quale possono prendere servizio anche medici che non hanno la specializzazione ma che possono contare su almeno 3 anni di esperienza nel ramo di emergenza urgenza.
«Sono stati riaperti i termini del concorso per medici di emergenza urgenza – conferma il dott. Graziano – e siamo, peraltro tra i primi, a recepire il decreto legge 34. Il nostro faro resta sempre la garanzia del diritto alla Salute ai nostri cittadini e stiamo mettendo in campo, non senza difficoltà, tutte le misure possibili per tenere aperti i presidi e assicurare il servizio alla comunità con uno sforzo organizzativo non indifferente».
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