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Gli incroci criminali di due pentiti cosentini. Il “segreto” non confessato a Porcaro

Turboli e Barone si conoscono. Ammettono di aver concluso alcuni affari di droga, ma c’è un dettaglio mai confessato «per evitare contrasti»

Pubblicato il: 09/04/2023 – 6:56
di Fabio Benincasa
Gli incroci criminali di due pentiti cosentini. Il “segreto” non confessato a Porcaro

COSENZA Incroci, strette di mano, qualche serata trascorsa insieme e ed una affinità criminale che segna l’appartenenza alla mala cosentina. Un passato nei clan che dominano la terra bruzia ed ora – in comune – la volontà di voltare pagina e collaborare con la giustizia. Storie diverse, ma destini incrociati per due nuovi pentiti cosentini: Danilo Turboli e Ivan Barone. Entrambi sono finiti nell’inchiesta “Reset” coordinata dalla Dda di Catanzaro ed entrambi – dopo poco tempo – hanno deciso subito di disvelare ai magistrati segreti e progetti dei gruppi della confederazione denominata “Sistema Cosenza“.

L’acquisto di droga «doveva rimanere nascosto»

«Ho acquistato sostanza stupefacente da Ivan Barone», ammette Turboli che indica il pentito come uomo vicino ai “Banana” di cui conosce «i fratelli Marco e Luigi Abbruzzese». Che tipo di rapporti? «Mi è capitato di parlarci e di scherzare con
loro, ma al di là di questo non ho mai avuto con loro rapporti criminali», precisa Turboli. Che su Barone aggiunge: Lo «incontravo spesso di sera quando uscivamo, era sempre in
compagnia di Marco Abbruzzese e di altri soggetti appartenenti al gruppo degli “zingari”
. Ho avuto con lui rapporti illeciti in due o tre occasioni, allorché, come già riferito nel corso dei precedenti interrogatori, ho acquistato sostanza stupefacente di tipo cocaina». Ma perché Turboli acquistava droga da Barone? «La ragione per la quale acquistavo lo stupefacente dal Barone è che lo stesso me la vendeva a 45 euro al
grammo mentre Roberto Porcaro me la vendeva a 55.
Per evitare contrasti con Porcaro, il fatto che io acquistassi la droga da Barone doveva rimanere nascosto».

Le estorsioni insieme a Danilo Turboli

Come anticipato, Danilo Turboli – sollecitato dalle domande degli investigatori – riferisce di conoscere Barone e di aver avuto con lui rapporti criminali. Il pentito parla soprattutto di droga. Nessun accenno, invece, ad altre attività illecite. Sul punto, però, interviene proprio Ivan Barone. Che sollecitato dalle domande di chi indaga nell’inchiesta “Reset“, evidenzia la presenza di uno stretto rapporto esistente (almeno fino al pentimento) tra «Danilo Turboli e Roberto Porcaro». Barone conferma quanto sostenuto e riportato in precedenza da Danilo Turboli che ha «conosciuto sempre in ambito di traffici di droga, laddove mi riforniva spesso di cocaina». Ma oltre alla droga, Barone aggiunge un particolare. «Ho effettuato insieme a lui anche danneggiamenti a scopo estorsivo». Parte il racconto. «In un periodo che colloco all’incirca nell’inverno del 2019, ci siamo riuniti io, Danilo Turboli, Roberto Porcaro, Luigi Abbruzzese e Antonio Marotta nei pressi dell’abitazione di Abbruzzese e ci siamo recati a piedi a prelevare una macchina in precedenza rubata dagli “Zingari” dello stadio. Ci siamo messi in macchina pronti a dirigerci verso il luogo in cui avremmo dovuto sparare a scopo intimidatorio». Barone riporta indietro la memoria e fatica a ricordare un particolare che potrebbe essere particolarmente importante per gli investigatori. «In questo momento non riesco a ricordare esattamente se si trattava della stessa sera in cui abbiamo appreso della collaborazione di “Micetto”». Il riferimento è a Celestino Bevilacqua, appartenente al gruppo dei “Banana”, oggi collaboratore di giustizia. Nonostante i ricordi siano offuscati, Barone non dimentica di essere arrivato sul luogo dell’intimidazione armato di «pistola calibro 7,65». (f.benincasa@corrierecal.it)

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