Tutto in un attimo e Tel Aviv piange un giovane italiano in vacanza, falciato sul lungomare della città da un auto lanciata sui passanti da un arabo israeliano, Yusef Abu Jaber. “Abbiamo sentito il rumore dell’auto che ci passava accanto, poi gli spari e ci siamo dispersi. Quando siamo tornati indietro – racconta un amico italiano che gli era vicino – abbiamo visto Alessandro steso in terra nel sangue” causato dall’impatto della vettura, una Kia. Il giorno dopo, sul posto dell’attentato – non distante dall’ambasciata d’Italia – lumini, fiori e una bandiera italiana accanto a quella israeliana testimoniano il dolore della città. E un giovane israeliano, avvocato come la vittima, posa sulla bandiera il cellulare da cui escono le note dell’inno italiano.
La scena è straziante, in netto contrasto con il mare vicino. Accanto alla morte di Alessandro Parini, 35 anni, il bilancio parla anche di altri due connazionali feriti: uno è stato dimesso dall’ospedale per l’altro (39 anni) ci vorrà ancora qualche giorno a causa di un piccolo intervento. Insieme a loro nell’attentato si contano anche diversi feriti di nazionalità britannica. La polizia israeliana e lo Shin Bet – ha fatto sapere il portavoce – stanno trattando il caso “come un attacco terroristico” senza aggiungere altri dettagli “vista l’indagine in corso”. I familiari di Abu Jaber hanno invece parlato di “un colpo di sonno” del loro congiunto poi ucciso dai colpi di arma da fuoco di due agenti accorsi sul posto, gli spari sentiti dagli amici di Alessandro. Parini era arrivato insieme ad altri italiani venerdì stesso e contava di ripartire lunedì: una breve vacanza pasquale in un luogo meta in questo periodo di migliaia di turisti, di cui molti italiani.
Appena arrivato era andato subito in albergo proprio dietro la lunga passeggiata che costeggia il mare. Da lì – ha raccontato il suo amico – dopo un aperitivo si è incamminato sul lungomare – meglio conosciuta come ‘tayelet’ – per raggiungere Giaffa e cenare con un gruppo di amici. L’auto – la si vede in un video sui social – ad alta velocità l’ha colpito dopo aver scavalcato il marciapiede e la pista ciclabile. Sull’erba del prato si scorgono ancora le tracce degli pneumatici che hanno scavato a fondo e qualche piccolo resto dell’auto. Gli operatori del pronto soccorso hanno provato a rianimare il giovane ma – secondo i media – era già morto quando l’hanno portato via. Ora è in attesa delle perizie necessarie al caso.
La salma di Parini – ha detto il ministro degli esteri Antonio Tajani in stretto contatto con il suo omologo israeliano Eli Cohen – “dovrebbe rientrare nei prossimi giorni in Italia”. Poi ha sottolineato “la vicinanza del governo alla famiglia” e di aver parlato a lungo con il padre. La procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine: i pm del gruppo antiterrorismo della Capitale, coordinati dall’aggiunto Michele Prestipino, hanno ricevuto una prima informativa da Ros e Digos. Si procede per omicidio, attentato con finalità di terrorismo e lesioni. I giovani amici di Parini – che subito dopo l’episodio sono stati diverse ore davanti l’ospedale Ichilov di Tel Aviv in attesa di notizie – sono intanto rientrati in serata con un volo diretto a Roma, accompagnati all’aeroporto Ben Gurion da funzionari dell’ambasciata italiana che hanno assistito i connazionali dal primo momento. I fatti hanno rabbuiato la città che, pur senza farlo a vedere, ha accusato il colpo: molti i commenti che la gente si scambia non solo per l’episodio ma anche per il coinvolgimento del giovane italiani. E non è un caso che la protesta anti governo del premier Benyamin Netanyahu questa sera abbia avuto un minuto di silenzio in memoria sia di Parini sia delle due sorelle israeliane uccise in un attentato palestinese in Cisgiordania. La polizia ha chiesto agli organizzatori della manifestazione – causa motivi di sicurezza – di contenerla in un’area ristretta. Da Roma i genitori di Parini – usciti dalla sua abitazione con dei fiori in mano – hanno sottolineato “la semplicità, la riservatezza, e la modestia” di Alessandro. Un dolore condiviso dall’Italia intera con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha espresso la sua esecrazione per il vile atto terroristico. E ha scambiato le condoglianze con il Presidente israeliano Isaac Herzog che ha rappresentato “l’enorme dolore e costernazione” dello Stato ebraico. Questa sera stessa il ministro degli esteri Eli Cohen – che ha definito “il terrorismo un nemico di tutti” – ha visitato insieme all’ambasciatore italiano in Israele Sergio Barbanti l’italiano ancora ricoverato all’Ichilov.
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