REGGIO CALABRIA Sulla vicenda della sede regionale a Reggio Calabria di via Modena si usi il buon senso. È quanto dichiara il sindacato CSA-Cisal, chiedendo conto all’amministrazione del destino dei circa 180 dipendenti interessati, collocati d’urgenza in smartworking.
In data 11 marzo, negli uffici di via Modena (sede con 13 settori e inoltre con gli sportelli dedicati a pagamento Bollo auto, Genio Civile, Agricoltura e Trasporto pubblico locale) è stato svolto un sopralluogo per accertare eventuali danni in conseguenza di un evento sismico che si era registrato nella giornata precedente. «Le verifiche – si legge nel verbale del sopralluogo – hanno indotto il settore Patrimonio ad avviare la procedura di affidamento del servizio di esecuzione di indagini strutturali, indagini geofisiche, rilievi, analisi, studi e verifiche della sicurezza dell’edificio e di redazione dello studio di fattibilità tecnica ed economica relativo all’intervento di consolidamento ai fini dell’adeguamento antisismico». La prima fase d’indagine è scattata lo scorso 30 marzo e durerà 15 giorni, con verifiche che devono essere effettuate in assenza dei lavoratori nella sede. Da qui, la scelta dello smartworking. Tuttavia, si legge ancora nel documento: «Il completamento delle indagini e la redazione dello studio di fattibilità avranno una durata complessiva stimata in 4 mesi». A preoccupare è, inoltre, l’eventualità che si realizzi l’ipotesi già preconizzata nello stesso verbale: «Qualora le prime indagini accertino l’impossibilità di consentire il rientro in sede del personale, il settore Patrimonio sottoporrà al Datore di Lavoro le sedi provvisorie disponibili di proprietà regionale. Considerato che gli immobili non saranno, comunque, sufficienti ad allocare la totalità dei dipendenti sarà data priorità agli uffici della Protezione civile e a quelli che forniscono servizi diretti all’utenza, e comunque in modalità coworking». In sostanza – fa notare il sindacato – si rischia che per i prossimi quattro mesi i lavoratori regionali della sede di via Modena siano trasferiti anche fuori da Reggio Calabria.
Apprezzando l’intento di assicurare la massima incolumità ai lavoratori, è comunque necessario ragionare con raziocinio su eventuali prolungati spostamenti di personale. Anzitutto, potremmo chiedere all’amministrazione – dopo il sopralluogo degli uffici di via Modena – di effettuare le stesse verifiche tecniche anche in tutte le altre sedi periferiche regionali, visto che le criticità accertate a Reggio Calabria sono indipendenti dal terremoto? Non sarebbe una sorpresa, se come sembrerebbe – fatta eccezione per la Cittadella di Catanzaro – tutti gli altri uffici della Regione Calabria sarebbero sprovvisti di certificato di agibilità. Allora cosa facciamo, li chiudiamo tutti e poi trasferiamo i dipendenti alla Cittadella? Per curiosità, l’amministrazione può fornici i certificati di agibilità di tutte le sedi periferiche?
Ribadendo la centralità dell’incolumità dei lavoratori, ci chiediamo se sia il caso di spostare a Catanzaro la maggior parte dei 180 dipendenti della sede di Reggio Calabria di via Modena. Da un lato perché, tramite il tecnico incaricato, sarà effettuata l’analisi strutturale per la valutazione della sicurezza statica dell’edificio, che è già in possesso di un relativo collaudo e che quindi dovrebbe evidenziare il soddisfacimento delle verifiche di capacità statica. E dall’altro perché i lavoratori che potrebbero essere coinvolti in un’eventuale trasferimento nel capoluogo sono in maggioranza categorie “B”, la cui trasferta nel capoluogo diventerebbe un salasso economico insostenibile. Dunque, se c’è un problema di adeguamento alle norme sismiche perché – chiede il sindacato Csa-Cisal – non valutare un intervento complessivo (allargato a tutte le altre sedi periferiche regionali) partecipando – magari – a bandi previsti dal Pnrr nel sanare tale criticità? Si parta dalla sede di via Modena e si provveda all’adeguamento sismico in tutte le altre sedi presenti sul territorio calabrese. Sicuramente è un bene essere previdenti sulla sicurezza, ma penalizzare economicamente questi lavoratori e peggiorare servizi per la collettività non è certo la migliore soluzione possibile. Per tutte queste ragioni crediamo sia necessario procedere alla tempestiva conclusione delle verifiche affinché sia garantito il rientro in sicurezza dei dipendenti di via Modena.
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