COSENZA Lo scorso mese di Febbraio, in Questura a Cosenza è stato siglato il “Protocollo Zeus“. L’obiettivo è ambizioso e le firme del questore Michele Spina e della dottoressa Mariacristina Ciambrone presidentessa dell’Associazione Italiana Mediatori Penali A.I.Me.Pe rappresentano il primo passo di un percorso rivoluzionario di recupero dei “maltrattanti”, uomini e anche donne protagonisti di violenze nei confronti dei rispettivi partner. Un progetto che mira a ridurre le alte percentuali dei dati riferiti agli episodi di violenza domestica e volto a promuovere il recupero dei soggetti responsabili di reati di stalking e violenza, evitando episodi di recidiva. Cosa comporta per il maltrattante la partecipazione (assolutamente spontanea) al protocollo “Zeus”? Ai responsabili di violenza vengono proposti idonei percorsi – supportati da un’equipe di lavoro multidisciplinare composta da figure come criminologi, avvocati, psicoterapeuti, educatori e mediatori – per raggiungere la piena consapevolezza della gravità delle azioni commesse. A distanza di poche settimane, abbiamo chiesto alla presidente Ciambrone un primo e parziale bilancio.
In provincia di Cosenza, nel 2022, come evidenza la Questura nel suo report, le percentuali di reati commessi contro la persona sono in calo: lesioni dolose -18,97%; percosse -16,67%; minacce -12%; violenze sessuali -14,29%. Numeri confortanti ed ulteriormente migliorabili grazie al protocollo “Zeus”. «Abbiamo già tre soggetti ammoniti che sono stati segnalati a noi dalla Questura e molte altre segnalazioni sono giunte da altre Questure della Calabria», sostiene Mariacristina Ciambrone al Corriere della Calabria. «I maltrattanti stanno rispondendo molto bene e la promessa di seguire il percorso con assiduità e rispetto è stata mantenuta».
Per quanto riguarda, invece, le vittime la speranza è che qualcosa possa cambiare. «Sono fiduciosa da questo punto di vista – dice Ciambrone – ma soprattutto bisogna inquadrare bene la tipologia del reato e lavorare sul disvalore dell’azione, sulla responsabilizzazione dell’accaduto». Secondo la presidente di AiMePe più di qualcuno confondo la relazione costruttiva con la relazione distruttiva». Oltre ai tre maltrattanti (uomini) che hanno aderito al protocollo Zeus, vi è anche il caso di una rinuncia. E riguarda una donna. «Una giovane accusata di maltrattamenti è stata l’unica a non accettare il percorso». A tal proposito, Ciambrone precisa che «il protocollo non è valido solo per gli uomini, ma per i reati di maltrattamenti che vedono responsabili delle donne che usano violenza nei confronti dei partner». (f. b.)
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