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‘Ndrangheta, Nuzzi boccia i media nazionali: «Dovrebbero raccontare il lavoro delle Dda di Catanzaro e Reggio»

Il giornalista: «Poca attenzione mediatica sui processi calabresi anche se riguardano il Paese. Gratteri? Ha creato un grande team»

Pubblicato il: 13/04/2023 – 9:31
‘Ndrangheta, Nuzzi boccia i media nazionali: «Dovrebbero raccontare il lavoro delle Dda di Catanzaro e Reggio»

LAMEZIA TERME Le grandi inchieste sul Vaticano, autore di numerose pubblicazioni, poi il focus sulle ultime vicende riguardanti il caso di Emanuela Orlandi tornato al centro dell’interesse nazionale. Oltre alla conduzione di “Quarto Grado”, in onda sulle reti Mediaset. È Gianluigi Nuzzi l’ospite de “L’altra Politica”, il talk de L’altro Corriere Tv, in onda ieri sera sul canale 75. Intervistato da Danilo Monteleone e Ugo Floro, Nuzzi ha spiegato quanto è stato difficile entrare nel diaframma che separa gli ambienti vaticani dalla possibilità di rendere pubbliche determinate notizie perché «intorno al Vaticano e alla gestione dei soldi dei fedeli c’era un muro di gomma e c’era un’omertà inspiegabile anche perché se un cattolico dà un’offerta ha tutto il diritto di sapere dove finiscono quei soldi. Invece le amministrazioni dello Stato e della Città del Vaticano sono sempre state ammantate di un silenzio imbarazzante. Io ho iniziato un’inchiesta nel 2012, partendo dall’archivio segreto di un monsignore che aveva detto “dopo anni dalla mia morte rendete pubblico questo archivio” e lui era una sorta di Wolf di “Pulp Fiction”. Di certo risolveva problemi e aveva un archivio con tutte le criticità: da lì è partito il primo libro che stato “Vaticano Spa” che è stato un vero caso editoriale. E poi poi ci sono state altre rotture di tabù, perché poi il maggiordomo di Benedetto XVI ha iniziato ad aiutarmi a reperire documenti e quant’altro, tanto che io poi sono uscito con un altro libro nel 2012 sulle carte segrete proprio di Ratzinger. Sono stati 10 anni di inchieste e alcuni processi in Vaticano, uno a me e alle mie fonti, dove io sono stato poi prosciolto e poi c’è stato il processo al povero maggiordomo del Papa che è stato detenuto e arrestato». Uno squarcio, ora, secondo Nuzzi si è aperto con Papa Francesco. «Certi tabù non dico che sono spariti, ma si sono un po’ opacizzati».

Il caso Orlandi

In queste ore sono di nuovo balzate agli onori delle cronache le vicende legate al dossier che riguarda la nota vicenda di Emanuela Orlandi. «Sulla vicenda Orlandi dovremmo fare una puntata speciale, trovo stupefacente e inquietante allo stesso tempo che a distanza di 40 anni dai fatti per la prima volta Pietro Orlandi venga sentito dalla magistratura Vaticana. Cioè pensare che solo oggi viene aperto un fascicolo in Vaticano per far luce su quello che è accaduto e solo oggi, anzi ieri, noi tutti siamo testimoni di un fatto straordinario, cioè che la parte civile, la parte lesa e i familiari di Emanuela, abbiano finalmente la possibilità di raccontare quello che hanno visto o saputo e sentito, mi inquieta perché dico “ma caspita, finora cosa è stato fatto?”. Il promotore di Giustizia dice che ha recuperato carte molto impolverate e questo mi fa capire come poco si sia fatto in quello Stato, peccato che Emanuela Orlandi fosse una cittadina dello Stato della Città del Vaticano, non era una cittadina italiana, trovo sorprendente che solo oggi venga fatto questo interrogatorio». 

Il lavoro di Gratteri

Con uno sguardo rivolto poi alla Calabria, Nuzzi non ha potuto non sottolineare il lavoro svolto in questi anni dalla Procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri. «Credo – ha detto Nuzzi – che oggi l’ufficio della Procura di Catanzaro sia indiscutibilmente un ufficio nuovo e diverso da quello che la città di Catanzaro, la gente onesta di Catanzaro e gli stessi magistrati del capoluogo, avevano visto. Ogni volta che vengo a Catanzaro, mi è capitato più volte, ho potuto apprezzare il team di magistrati che si sono uniti al procuratore Gratteri. Credo che questo sia stato un segnale importante per la città e per la Calabria. Quando ho la fortuna di incrociare Gratteri, vedo che c’è il sostegno di tanta gente per bene».

La scarsa attenzione mediatica

Durante l’intervista Nuzzi si è anche soffermato sui grandi processi contro la ‘ndrangheta, poco (se non per nulla) attenzionati dai media nazionali. «Quell’aula bunker recuperata da una serie di capannoni nell’area industriale di Lamezia ecco, è un’aula che è importante. Purtroppo è mancato il sostegno dei media, perché il processo “Rinascita-Scott” con tanti detenuti, tanti imputati, meritava di essere seguito e valorizzato dai media nazionali, avrebbe dato speranza e prospettiva parlando di quella che poi è la realtà, il problema della ‘ndrangheta che non è solo calabrese, è una mafia che è presente in ogni continente, la più diffusa». Stessa poca attenzione mediatica anche nei confronti del processo a Reggio Calabria “’Ndrangheta Stragista”. «Credo che Barreca sia stato tra i primi a parlare, resta uno tra i primi collaboratori di giustizia di ‘ndrangheta e credo che sia uno dei rari casi a livello così elevato della gerarchia militare dell’organizzazione criminale. Barreca parlava molto dei rapporti con quella “zona grigia”, delle istituzioni, della politica, dell’imprenditoria negli anni caldi della nostra Repubblica, e da lì altri si sono aggiunti, poi non si è mai approfondito abbastanza perché il tema è molto importante. Credo che finora la lotta alla ‘ndrangheta abbia privilegiato l’aspetto militare ed economico e a ricaduta anche quello politico, ma le connessioni andrebbero sviscerate e messe in evidenza». (redazione@corrierecal.it)

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