COSENZA Si torna in aula al Tribunale di Cosenza, in composizione collegiale (presidente Carmen Ciarcia) per una nuova udienza del processo scaturito dall’inchiesta denominata “Piazza Sicura”. Quattro i testimoni sentiti in aula chiamati a rispondere alle domande della pm Calcagno e dei legali che compongono il collegio difensivo. Le accuse investono pubblici amministratori, imprenditori, professionisti e pubblici dirigenti, indagati, a vario titolo, per falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, mancanza del certificato di collaudo.
Il primo a sottoporsi all’esame del pm e al controesame delle difese è Giuseppe Cirò, già collaboratore e capo della segreteria dell’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Il teste parla di una serie di «riunioni pre-inaugurazione» e aggiunge che «nella fase critica, l’impresa Barbieri (incaricata dei lavori) aveva problemi e per questo ha venduto le quote ai soci». Uno dei nodi da sciogliere riguarda il collaudo della Piazza, sul punto il teste precisa: «L’inaugurazione è avvenuta il 16 dicembre, ma non ricordo se ci fosse stato o meno prima un collaudo». Cirò però ricorda «qualcosa doveva essere completata, l’impresa diceva fosse qualcosa di contorno». Il teste ripercorre i giorni precedenti all’inaugurazione della piazza che avrebbe poi ospitato il concertone di Capodanno e cita «interlocuzioni dirette tra Mario Occhiuto e il dirigente del genio civile, l’ingegnere Antonio Cairo, che parlavano della fine dei lavori». Il rapporto con l’allora primo cittadino cosentino si incrina, il teste parla in aula di «indifferenza» ma l’avvocato Nicola Carratelli, difensore di Occhiuto, chiede lumi sui motivi che hanno portato alla rottura. «Il rapporto è finito perché il sindaco a febbraio 2017 mi ha tolto l’incarico». «Era stato denunciato dal sindaco per peculato e per calunnia e quindi non c’era rapporto di indifferenza», risponde Carratelli.
I lavori finiti nel mirino della Guardia di finanza riguardavano non solo il collaudo di piazza Bilotti, ma anche gli interventi di pavimentazione tra via Piave e via Alimena. Sul punto interviene l’avvocato Franco Sammarco che chiede al teste, «se lo ricorda», di fornire dettagli a sua conoscenza. Ma Cirò fatica a riportare indietro la memoria.
Sul banco dei testimoni, siede uno degli operai della Sigea costruzioni Spa impegnata nei lavori a piazza Bilotti. «Nel 2016 ho fatto lavori di rifinitura», precisa e poi a dicembre 2016, «ci interessavano le saldature su alcune travi non fatte da noi». La pm chiede di continuare il racconto e fornire ulteriori dettagli. «Abbiamo lavorato con due squadre su due punti». Sui tempi di esecuzione, il teste precisa: «Quando abbiamo fatto i lavori, la piazza non era ancora aperta. Non ricordo dell’inaugurazione». L’avvocato Nicola Carratelli chiede al testimone di approfondire la questione relativa alle prove di carico effettuate nella fase di collaudo. «Abbiamo fatto le prove di carico sulla piazza a novembre, abbiamo circoscritto un’area e immesso una importante quantità di sabbia». A margine dell’udienza, la pm Calcagno ha fatto richiesta di acquisizione di nuove prove. (f.b.)
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