COSENZA «Il problema dell’uso dello stupefacente così diffuso, così presente, specie nelle fasce giovani non si risolve solo con il sistema repressivo. È un problema sociale che sta consumando una generazione e le continue operazioni sono probabilmente il segnale della impossibilità di risolvere il problema ricorrendo soltanto alla struttura repressiva». A parlare al Corriere della Calabria è il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo. Il tema affrontato è quello dello spaccio massiccio nella città dei bruzi. Giovani e meno giovani, in qualsiasi luogo della città presidiano le piazze e accolgono assuntori di tutte le età. Una robusta clientela a cui garantire polvere bianca e marijuana, con rifornimenti costanti per un business in crescita.
Le recenti operazioni coordinate dagli uffici di procura, l’inchiesta “Pressing” è l’ultima in ordine di tempo, hanno riacceso la spia su un fenomeno, quello dello spaccio e dell’assunzione di droga, che nella città dei Bruzi sembra in costante crescita. Il monitoraggio delle persone ritenute appartenenti ai gruppi dediti allo spaccio ha permesso, negli ultimi mesi, di individuare più reti di spaccio sostenute dall’assiduo e costante lavoro di pusher, spesso “costretti” alle maniere forti per recuperare il denaro derivante dalle cessioni delle dosi e spingendo nel baratro famiglie spezzate dalla presenza di uno o più assuntori diventati schiavi della droga.
L’azione repressiva non basta, ripete il procuratore, ed allora il Questore di Cosenza Michele Spina ha dato il via, sin dal suo insediamento, ad una progressiva estensione dell’attività investigativa volta a ricostruire la catena dell’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti. Ne è seguita l’individuazione di diverse piazze di spaccio in diversi punti del capoluogo, nelle periferie territorio della mala cosentina e nell’area urbana di Rende. Qualcuno viene sorpreso a spacciare anche se sottoposto agli arresti domiciliari, qualche altro invece è riuscito a trasformare un appartamento in un market della droga. «Le indagini hanno dei tempi spesso lunghi perché vanno refertate, vanno trasmesse in procura, trascorrono alcuni giorni prima di produrre degli effetti. Mentre si sviluppa l’indagine, noi dobbiamo tenere il fiato sul collo dei delinquenti», dice Spina al Corriere della Calabria.
«A Cosenza, la droga circola come in altre città italiane. Io non posso dire che Cosenza sia il crocevia dello spaccio» – aggiunge – «Noi tentiamo di contrastare ogni tipo di possibile spaccio, partendo dai ragazzi per tentare di dissuaderli dall’uso delle droghe». E i numeri diffusi dalla Questura, nell’ambito dei servizi finalizzati al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, dimostrano la bontà dell’azione messa in campo. Nel 2022, sono stati tratti in arresto complessivamente 39 soggetti e altri 31 sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria. Non solo cocaina ed eroina. E’ importante – chiosa il Questore – «anche far comprendere quanto siano dannose anche le droghe leggere che comunque creano dipendenza e fanno male soprattutto ai giovani».
(f.benincasa@corrierecal.it)
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