CROTONE Arrivano le prime udienze dell’incidente probatorio chiesto dalla Procura di Crotone per i tre scafisti indagati per il naufragio dei migranti avvenuto nelle acque di Cutro dello scorso 26 febbraio, naufragio che ha provocato al momento 94 vittime. Dopo la fase davanti al Gip del tribunale dei minori di Catanzaro, con l’incidente probatorio per un quarto scafista, l’unico minorenne, il fulcro delle indagini si sposta dunque nel capoluogo pitagorico: a partire da domani, lunedì 17 aprile, gli inquirenti raccoglieranno, per cristallizzarle, le testimonianze dei sopravvissuti alla tragedia con l’obiettivo di delineare il ruolo dei presunti scafisti durante il viaggio e al momento del naufragio.
Sono due, in realtà, i fascicoli aperti alla Procura di Crotone: il primo è quello che riguarda appunto gli scafisti, a carico dei quali – a quanto si è appreso finora – sono ipotizzati, tra gli altri, i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di omicidio colposo e di naufragio colposo. Il secondo fascicolo invece riguarda i soccorsi, che al momento comunque non vedrebbe né indagati né capi di imputazione formulati. Tuttavia è probabile che ci sia nei prossimi giorni un impulso alle indagini con l’incidente probatorio dei tre scafisti in programma da domani, incidente probatorio che inizialmente era previsto nella scorsa settimana ma poi è slittato a domani perché si sono volte attendere novità su un altro scafista indagato, un altro turco, rintracciato in Austria (novità che peraltro non sarebbero arrivate, con gli inquirenti italiani che attendono comunque l’estradizione: in questo senso l’incidente probatorio al tribunale di Crotone per cristallizzare le testimonianze dei sopravvissuti infatti potrebbe avere ben altra valenza rispetto a quello davanti al Gip del tribunale dei minori di Catanzaro, perché al vaglio dei pm crotonesi c’è anche l’aspetto relativo ai soccorsi che verosimilmente diventerà centrale anche su impulso della difesa dei familiari delle vittime del naufragio.
Del resto sono ancora tanti gli interrogativi e i dubbi da dirimere. Al momento comunque, per quanto riguarda le risultanze della fase davanti al Gip minorile di Catanzaro ci sarebbe qualche conferma: i sopravvissuti finora ascoltati hanno confermato a esempio l’impossibilità per i migranti a bordo del caicco di chiamare i soccorsi a causa del sistema del “Jammer” attuato dagli scafisti per impedire telefonate all’esterno, e hanno poi confermato il pagamento del viaggio anche dopo – e nonostante – il naufragio. Discrepanze invece sarebbero emerse nei racconti dei sopravvissuti sui minuti e sulle ore immediatamente successive al ribaltamento del caicco sulla secca, perché alcuni superstiti hanno riferito di essere rimasti in acqua mezzora e di aver recuperato la riva chi trovandovi i primi soccorritori a terra ma chi non trovando nessuno, e altri – come i due siriani che hanno parlato del piccolo di 6 anni morto dopo un’ora per ipotermia – che invece sarebbero rimasti in acqua per tre ore prima di essere recuperati e tratti in salvo. (redazione@corrierecal.it)
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