TROPEA «“Era una terra incognita e di passaggio, ora punta su una stagione lunga, da marzo a novembre: se il Daily Telegraph suggerisce e preferisce Tropea alla Costiera Amalfitana è anche merito delle piccole cose (..). Come in un moderno Grand Tour i turisti – americani e tedeschi ma anche australiani, svizzeri, svedesi, olandesi, giapponesi – adesso arrivano qui per scelta e non per caso, facendo scalo a Lamezia Terme. (..) Un ruolo non marginale lo sta avendo anche l’attivismo del sindaco Nino Macrì grazie ai suoi protocolli firmati dal New Jersey al Canada all’Australia (in questi giorni è a Tokyo): un tour operator in missione perenne, una fiera itinerante in carne e ossa. Non a caso piace anche alla parte politica che non rappresenta”». Così in uno speciale “Repubblica” esalta Tropea come governo locale della bellezza. Apprezzamento arriva dal sindaco Giovanni Macrì, che afferma: «A riconoscere con queste esatte parole non tanto e non soltanto il valore indiscutibile della naturale bellezza ereditata da Tropea ma quello che da tempo noi definiamo e condividiamo come il necessario governo locale della bellezza del nostro Principato come destinazione esperienziale di qualità, ricercata e ricettiva in tutti i mesi dell’anno ed ormai con reputazione sempre più globale, questa volta è la storica testata giornalistica Repubblica che nei giorni scorsi ha dedicato uno speciale dal titolo Tropea è la nuova Amalfi? Ecco l’alfabeto del gusto della Perla del Tirreno. Condividiamo questa soddisfazione e questo plauso – prosegue Macrì – con tutte le cittadine ed i cittadini del Principato: dalla rete imprenditoriale e commerciale che sta investendo fiducia, credibilità e risorse in un progetto ambizioso comune a quella ricettiva che ha sposato ormai l’orizzonte dell’innalzamento della qualità come unica discriminante per posizionarsi su mercati diversi, più redditizi e per 12 mesi all’anno; dalla rete della ristorazione che sta dimostrando di credere nel consolidamento della proposta enogastronomica identitaria, distintiva e di qualità ai tanti giovani professionisti dell’accoglienza, che continuano a formarsi nei nostri istituti d’istruzione superiore, alberghiero e turistico ed a presentarsi così vincenti in una piazza ed in un mercato, quello di Tropea, nel quale i turismi sono diventati a tutti gli effetti fonte indubitabile di occupazione, reddito e sviluppo eco-sostenibile e durevole per tutti – osserva il sindaco – quelli che hanno voglia di lavorare».
«“Tropea – si legge ancora nel lungo pezzo a firma di Eugenio Furia – è una nobildonna che si sta rifacendo il trucco, come se dovesse prepararsi per un grande gala: già la primavera scorsa, la prima post-Covid, erano molti i cantieri privati che hanno rinnovato insegne e locali o trasformato più di un palazzo nobiliare in dimora di lusso; adesso si è passati a un massiccio restyling pubblico con rifacimento della pavimentazione e altri macro e microinterventi. Il risultato è un appeal che secondo alcuni insidia quello di mete ben più rinomate: bella rivincita per un centro da sempre a vocazione turistica anche straniera eppure scelto spesso come tappa intermedia proprio dalla Costiera Amalfitana o dal Salento in direzione Sicilia, soprattutto Taormina”. «Più chiari e fotografici di come è stata anche Repubblica – prosegue Macrì – forse davvero non si poteva essere, tanto più se rispetto a fatti, evidenze, mutamenti, contenuti, metodi e prospettive di sviluppo, serenamente misurabili ed in atto nella e per la nostra destinazione, si confronta la laicità, la libertà e la schiettezza di analisi preferita autonomamente da media ed osservatori nazionali ed internazionali col paradossale e sistematico atteggiamento di indifferenza, di sottovalutazione quando non di vera e propria odiosa mistificazione di cui ci si continua a rendere maniacali protagonisti (pochi e contati a dire il vero) all’interno del panorama dell’informazione regionale. Ed è la Tropea meno nota, quella lontana dal turismo di massa, la Tropea esperienziale, identitaria, distintiva e culturale – continua il sindaco – che come amministrazione comunale ci stiamo sforzando di rafforzare nella sua riconoscibilità internazionale, quella su cui ha zoomato anche Repubblica perché è proprio quella che sta facendo innamorare i media stranieri: dallo spettacolare Museo del Mare alle produzioni e trasformazioni agroalimentari; dalla birra artigianale alla Cipolla Rossa, dagli antichi forni ai cocktail che esaltano ingredienti locali e valorizzano le erbe officinali calabresi, dalle proposte enogastronomiche alla ricchezza degli amari; fino alla riscoperta dei vitigni autoctoni ed al pesce fresco del suo mare, valore aggiunto onnipresente nei menù e nei fuori menù di quello che viene riconosciuto a diverse latitudini – conclude Macrì – come un laboratorio di efficace sperimentazione sia di politiche pubbliche nei turismi e nel marketing territoriale, sia di sinergia pubblico-privato-comunità residente nella costruzione di una nuova narrazione turistica per un’intera regione». «E poi c’è il fascino di Tropea – conclude lo speciale di Repubblica, sottolineando un altro aspetto virtuoso in atto, quello del nostos. Tropea – si legge – è come una calamita. Dalla coppia franco-canadese che ha venduto casa a Bristol per acquistare nel cuore del centro storico ai coniugi calabro-americani la cui storia è ancora più simbolica perché racconta un ritorno: quello di Francesco Femia, fondatore a Washington di un istituto che studia i cambiamenti climatici, nato negli States da emigrati del Reggino e da settembre 2020 residente a Tropea con la moglie Caitlin Werrel, artista texana. Parabole che ricordano quella dello scrittore veneto Giuseppe Berto (1914/1978) che poco lontano da Tropea, a Capo Vaticano, trovò un paradiso dove scacciare i propri fantasmi. Oggi riposa ai piedi di un albero nel cimitero di Ricadi” ».
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