LAMEZIA TERME Il Tribunale di Lamezia Terme, nella persona del giudice Domenico Riccio, ha condannato Giovambattista De Sarro, 39 anni, alla pena di anni 2 e mesi sei di reclusione, 6.000 euro di multa e al pagamento delle spese processuali.
De Sarro era accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente ed era stato posto agli arresti domiciliari in seguito ad indagini della Guardia di finanza di Lamezia Terme, guidata dal capitano Valentino Luce. Le Fiamme gialle, nel corso di un servizio di prevenzione disposto nel periodo delle festività natalizie, aveva fermato De Sarro trovandolo in possesso di un chilo e 250 grammi di marijuana, occultati in una valigia riposta nel cofano della sua Bmw. Il ritrovamento ha portato i militari a eseguire una perquisizione nell’abitazione del 39enne nel cui studio sono stati trovati altri 247 grammi di marijuana, confezionata in più dosi, due bilancini di precisione e materiale per il confezionamento, mentre nella camera da letto sono stati rinvenuti 17,5 grammi di hashish, confezionati in un ritaglio di carta da forno e altro materiale per il taglio e la conservazione.
Dopo la notifica del decreto di giudizio immediato, il difensore di De Sarro, l’avvocato Stefania Buffone ha avanzato una richiesta di patteggiamento che è stata accolta dal sostituto procuratore di Lamezia Terme, Marica Brucci.
Il giudice ha accolto la richiesta ritenendo che «l’esame degli atti di indagine offre elementi di prova idonei a corroborare la responsabilità dell’imputato…».
Inoltre il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche ritenendole equivalenti alla contestata recidiva «evincibile dal casellario giudiziale in atti dal quale risulta che l’imputato sia già stato condannato per il reato della medesima specie, sintomo che il fatto per cui si procede si inserisce della stessa indole criminale».
Sulla base di queste valutazioni è stata irrogata una pena di 2 anni e 6 mesi e 6000 euro di multa. È stato, inoltre, disposto che il denaro sequestrato venga restituito al legittimo proprietario in quanto non risulta provato che la somma sia il profitto dello spaccio di droga.
Al contempo è stata disposta la confisca e la distruzione della sostanza stupefacente e del materiale atto al confezionamento. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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