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Lotta alle droghe, Gratteri ai docenti: «Portate i ragazzi a visitare le comunità terapeutiche» – VIDEO

Il procuratore capo di Catanzaro al convegno “Io scelgo la vita” del Telesio di Cosenza. Ospite anche il vicepresidente del Senato Gasparri

Pubblicato il: 17/04/2023 – 11:18
Lotta alle droghe, Gratteri ai docenti: «Portate i ragazzi a visitare le comunità terapeutiche» – VIDEO

COSENZA «La ‘ndrangheta è ancora presente e radicata in Calabria, vuol dire che dobbiamo fare di più e avere nuove regole e strumenti normativi più adeguati». Lo ha detto il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri presente al convegno “Io scelgo la vita” tenutosi questa mattina nell’Auditorium del Liceo Classico Telesio di Cosenza. Oltre a Gratteri, presenti autorevoli rappresentanti delle Istituzioni e del privato sociale: Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato della Repubblica e Don Salvatore Vergara, Presidente onorario del Centro di Solidarietà il Delfino.
Il procuratore poi si è soffermato sulla questione spinosa degli appalti in vista dei lavori per l’organizzazione delle Olimpiadi. «È ovvio che più si moltiplicano i subappalti e più diventa facile per le mafie entrare e prendersi un pezzo della torta. Sul codice degli appalti dobbiamo essere più precisi, dico solo che la direttiva europea e l’idea di non limitare i subappalti rappresenta una ingenuità».
Gratteri poi si rivolge a studenti, docenti ed ai dirigenti scolastici. A chi si occupa dell’educazione dei giovani «dico di non soffermarsi sul tema della legalità organizzando solo convegni, ma li invito a portare i ragazzi nelle comunità terapeutiche e sentire la voce di chi sta soffrendo, di chi ha provato la schiavitù della droga», chiosa il procuratore.

Il no alla legalizzazione

«Legalizzare le droghe non è la soluzione», dice dal palco Gratteri. Che aggiunge: «Sapete cosa dicono i fautori della legalizzazione della droga? Se noi legalizziamo, allontaniamo i giovani dalle mafie». «Non è vero – continua Gratteri – marijuana e hashish si consumano anche nelle scuole medie. Chi è minorenne continuerà ad acquistare le sostanze stupefacenti dalla criminalità organizzata». Il procuratore poi “smonta” la tesi sullo scarso impatto delle droghe leggere. «Marijuana e hashish non fanno male? Anche questo è totalmente falso», sottolinea Gratteri. «L’uso della marijuana porta alle riduzione della corteccia cerebrale dove risiede la memoria». Altro “falso mito” per il capo della Dda di Catanzaro è il nesso tra legalizzazione e maggiore impatto sul contrasto alle mafie. «Un grammo di marijuana costa circa 5 euro. Per produrla serve organizzare delle serre e pagare degli operari. Se legalizzata, la marijuana arriverebbe a costare circa 12 euro al grammo. Figuratevi se il tossico la comprerà al mercato libero ad un prezzo più alto rispetto al mercato nero».

Le carceri sovraffollate

Il procuratore poi si sofferma sulle carceri sovraffollate. «E’ un problema europeo. Il 33% dei detenuti delle carceri italiane è rappresentato da tossicodipendenti. Commettono reati e finiscono in carcere proprio la loro condizione. Le carceri ormai sono contenitori e non si fa trattamento». Della rovente questione, Gratteri ha informato il sottosegretario alla giustizia Delmastro. «Noi dovremmo provare a dire ai tossici in carcere di provare i domiciliari nelle comunità terapeutiche. Dobbiamo provarci».

Gasparri: «La legalizzazione facilita il crimine»

Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri con il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri

«Sono felice di essere qui perché parlare di droghe è indispensabile per dare un’informazione corretta, perché oggi si minimizza». Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri a Cosenza, parla a margine dell’incontro “Scelgo la vita” organizzato nell’auditorium del liceo classico Bernardino Telesio di Cosenza.
«Sembra – aggiunge Gasparri – che le sostanze stupefacenti non facciano danni, ma è esattamente il contrario e non è vero che si combatte il crimine favorendone la circolazione. Gli usi vanno prevenuti e bisogna applicare più largamente quelle norme che consentono ai detenuti tossicodipendenti di scontare altrove, con pene accessorie, il loro percorso nelle comunità che li può portare a un recupero. Chi combatte le droghe vuole essere più comprensivo nei confronti di chi soffre il problema, ma repressivo con chi alimenta il traffico», conclude Gasparri. (f.b.)

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