LAMEZIA TERME Esce indenne dal processo di secondo grado l’ex deputato Giuseppe d’Ippolito accusato di diffamazione ai danni del senatore Pietro Aiello.
La Corte di Appello di Catanzaro, Sezione Prima Penale, ha emesso sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato.
L’ex parlamentare del Movimento 5 Stelle era era stato condannato nel luglio del 2018 a quattro mesi di reclusione dal Tribunale Ordinario di Lamezia Terme.
Alla sentenza di condanna penale era conseguita anche la condanna al risarcimento del danno da quantificarsi in separato giudizio e la condanna alle spese legali.
Avverso tale sentenza era insorta la difesa dell’ex parlamentare, rappresentata dall’avvocato Silvia Gulisano, proponendo appello.
La Corte ha emesso, nella giornata di ieri, la sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione, confermando le statuizioni civili della sentenza appellata e condannando l’appellante alle ulteriori spese processuali per il secondo grado di giudizio.
All’esito della sentenza di appello l’avvocato Nunzio Raimondi, difensore del senatore Aiello ha dichiarato: «Quando lo Stato non arriva in tempo ad affermare la pretesa penale di punizione del colpevole, alla parte civile non rimane che il ristoro da risarcimento del danno. Il senatore Aiello ha quindi già conferito mandato per procedere alla quantificazione del danno da reato, accertato dal Tribunale di Lamezia Terme prima ed adesso dalla Corte di Appello».
Sul commento dell’avvocato Raimondi, si registra una replica dell’avvocato Silvia Gulisano, legale dell’onorevole Giuseppe D’Ippolito, la quale osserva che: «La Corte di appello di Catanzaro non ha condannato il mio assistito per come richiesto dal collega Nunzio Raimondi e neppure ha espresso alcun giudizio sul comportamento dell’onorevole Giuseppe D’Ippolito. Per commentare le Sentenze – ha aggiunto la Gulisano – è buona norma aspettare il deposito delle motivazioni e leggerle. Per quanto riguarda il risarcimento auspicato dal collega Raimondi occorre che venga introdotto un giudizio in sede civile e avere la pazienza di attenderne l’esito finale».
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