CATANZARO Anche il programma satirico di Canale 5, “Striscia la Notizia”, è finito tra i brogliacci dell’inchiesta della Dda di Catanzaro contro la cosca rom di Catanzaro Bevilacqua-Passalacqua.
Le indagini sono partite nel 2018 e hanno intercettato quanto avvenuto a ottobre 2019 nel quartiere di viale Isonzo, dove l’inviato del programma, Vittorio Brumotti, ha registrato un servizio tra i palazzi popolari di traversa Isonzo I e II, abitati dai rom.
«II servizio televisivo in questione, dopo aver evidenziato lo stato fatiscente dell’intero agglomerato abitativo, mostrava alcune immagini riprese dal cameraman, il quale si era presentato presso l’abitazione di Massimo Bevilacqua, luogo in cui era avvenuta poco prima la consegna di una bustina di colore bianco da parte della moglie Antonella Iuliano. Dal servizio si notava chiaramente che un uomo di giovane età, insieme ad una ragazzina, aveva bussato alla porta d’ingresso dell’abitazione di Massimo Bevilacqua. All’apertura della porta si presentava una donna, Antonella Iuliano, moglie di Massimo Bevilacqua, la quale in presenza della figlia minore, teneva in mano una dose di stupefacente (del tipo cocaina) pronta per essere ceduta al ragazzo». La vicenda è nota essendo andata in onda: Brumotti il giorno dopo si presenta a casa Bevilacqua-Iuliano con i carabinieri e chiede ai due se in quell’abitazione si spacciasse. I coniugi negano e l’inviato, nel cortile della palazzina deve affrontare un capannello di nomadi che lo accerchiano, alcuni per curiosità, «altri per minacciarlo di morte». Tra questi c’è una persona in particolare, un 29enne, il quale a più riprese intimidisce Brumotti: «Un giorno muori, te lo dico io – se stavi solo qua non ti rimanevano nemmeno le ruote ti campavano».
Le indagini in corso hanno permesso di registrare i commenti dei protagonisti su quanto accaduto in quella occasione. Il 3 novembre 2019, i poliziotti della Squadra Mobile di Catanzaro hanno intercettato una conversazione nella Fiat Multipla di Ernesto Bevacqua tra quest’ultimo e Massimo Bevilacqua.
In un primo momento Ernesto prende in giro Massimo per non avere riconosciuto “quello con la bicicletta”, ovvero Vittorio Brumotti. Ma Massimo Bevilacqua spiega che a presentarsi alla sua porta la prima volta “non è venuto lui… è venuto un altro al posto suo!”.
I due si rammaricano del fatto di non aver saputo che l’uomo alloggiava all’hotel Paradiso: “Erano all’hotel Paradiso…se lo sapevamo…!!!”.
“Lui è venuto apposta…è venuto che lo hanno chiamato, lo hanno chiamato loro…hai capito??!!….e lui è venuto apposta!”, dice Ernesto che poi aggiunge: “Eh….dopo ….si è visto con Gratteri…”.
“Gli ha dato la conferma agli sbirri quel cornuto…”, si rammarica Massimo Bevilacqua. Nel corso del dialogo «Ernesto Bevacqua consigliava a Massimo Bevilacqua che, nell’eventualità in cui l’autorità l’avesse chiamato a riferire in merito all’episodio, avrebbe dovuto dichiarare che ciò che era stato ceduto era farina e non sostanza stupefacente».
«Se lo sapevo, gli dicevo che era farina!», dice Massimo Bevilacqua
«L’unica cosa questa gli devi dire!…. “siccome insisteva…”», gli consiglia Ernesto Bevacqua.
Massimo Bevilacqua se la prende col nipote Davide Bevilacqua al quale addossa la colpa di avere accompagnato l’uomo con la ragazzina a casa sua. E avanza critiche anche nei confronti della moglie Antonella Iuliano «la quale, mentre in passato lo aveva biasimato per aver consentito ad altri assuntori di presentarsi presso l’abitazione a ricevere lo stupefacente, in questa circostanza si era trovata proprio lei a farsi sorprendere con la bustina in mano».
Tra le altre cose Massimo Bevilacqua afferma che l’uomo che si era presentato a casa sua con la ragazzina, si era presentato presso la sua abitazione in almeno tre/quattro circostanze, chiedendo delle «dosi da 50 euro, 100 euro».
In poche parole il servizio televisivo e le successive intercettazione inquadrano il fatto come cessione di stupefacente. Il gip non ha dubbi: «Dai dati emersi si ricava un quadro indiziario molto grave in quanto i dialoghi intercettati non lasciano spazio a dubbi circa la sussistenza di tutti gli elementi costitutivi del reato di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti…». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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