ROMA Alla fine di una giornata convulsa, l’emendamento sulla stretta alla protezione speciale per i rifugiati – che era stato prima riformulato e poi accantonato – è stato approvato al Senato dopo una nuova modifica del testo. Reintrodotto, anche con l’intervento di Palazzo Chigi, il riferimento al rispetto dei trattati internazionali a cui l’Italia è obbligata che la Lega aveva fatto eliminare. Evitati i rischi di incostituzionalità che avrebbero portato il presidente della Repubblica a non firmare il provvedimento. A quanto si racconta, la Lega avrebbe alzato la posta chiedendo, e ottenendo, di eliminare nell’emendamento sulla protezione speciale qualsiasi riferimento ai trattati internazionali che sovrintendono a questa misura. Un dato che ha alzato la tensione, mai sopita, con il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia. E messo in allarme il governo dopo le interlocuzioni dei giorni scorsi a livello di uffici tra palazzo Chigi e Quirinale anche sulla necessità di non eliminare i riferimenti ai trattati internazionali che il nostro Paese ha firmato in materia per evitare i rischi di incostituzionalità delle nuove misure che porterebbero il capo dello stato – si spiega sempre in ambienti parlamentari – a non firmare il nuovo provvedimento. Una linea sottilissima che ha portato Palazzo Chigi a intervenire – si spiega in ambienti della maggioranza – chiedendo la riformulazione dell’emendamento incriminato per reintrodurre il riferimento a questi trattati. Una procedura portata a compimento (con la riformulazione a firma di Maurizio Gasparri) in una situazione di grande imbarazzo nella maggioranza con le opposizioni che si sono messe di traverso appellandosi a questioni di forma e regolamentari per questa repentina modifica, tanto da far intervenire nuovamente il governo con la richiesta di accantonare le misure riguardanti la protezione speciale. Una impasse che poi Palazzo Madama ha superato approvando l’emendamento riformulato da Gasparri dopo una attenta verifica e la ripulitura del testo.
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