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Aiuti Covid spesi in Maserati. Sequestrato a Modena il ristorante di un uomo vicino ai Piromalli

«Sono regali dello Stato». Nei guai un 64enne originario di Gioia Tauro. Figurava come cameriere ma era il dominus de “Lo Stalliere”.

Pubblicato il: 20/04/2023 – 11:51
Aiuti Covid spesi in Maserati. Sequestrato a Modena il ristorante di un uomo vicino ai Piromalli

MODENA Originario di Gioia Tauro, era ancora molto legato alla ‘ndrina dei Piromalli, nonostante fosse trapiantato da anni in Emilia-Romagna e in Emilia in particolare. Gravato da diversi precedenti di Polizia e giudiziari, per droga, reimpiego di proventi illeciti, associazione per delinquere, reati contro la persona e il patrimonio nonché porto abusivo di armi, Rocco Gioffrè gestiva un bar-ristorante vicino al casello di Modena Nord, Lo Stalliere, attualmente affidato ad un curatore (per garantire la prosecuzione dell’attività). Ne aveva intestato ad altre persone quote sociali, conti correnti e beni strumentali, mentre lui preferiva apparire come semplice cameriere. Tra l’altro, aveva pure incassato 50.000 euro dallo Stato sotto forma di ristori aziendali durante la pandemia, ma li aveva spesi per acquistare o più che altro noleggiare auto di lusso come Maserati Ghibli, con canoni da 1.500 euro al mese: non avevano nulla a che fare con l’attività d’impresa, venivano usate esclusivamente a titolo personale dal principale indagato. «Sono regali dello Stato», li definiva il diretto interessato scherzando al telefono coi complici, come emerso dalle intercettazioni. È tutto nell’ultima operazione eseguita dalla Guardia di Finanza di Bologna, che ha eseguito un provvedimento cautelare firmato dal gip Domenico Truppa a carico di quattro persone, sequestrando l’intero complesso aziendale, da mezzo milione di euro, auto comprese.

«Criminali sempre più imprenditori in Emilia Romagna»

Come spiegano oggi in conferenza stampa il colonnello Fabio Ranieri, comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bologna, e i suoi colleghi, si tratta di un’operazione scattata nell’ambito di “Radici”, che ha fatto luce sulle infiltrazioni criminali mafiose, calabresi, portando lo scorso ottobre all’esecuzione di 23 misure cautelari personali e al sequestro di beni pari a 30 milioni di euro. Gioffrè, di 64 anni, non era emerso dalle indagini di allora per via del tipo di reato, il trasferimento fraudolento di valori, che aveva ancora bisogno di accertamenti bancari e patrimoniali specifici, nonché di diversi pedinamenti. I prestanome iniziali si sono rivelati un parmigiano e un carpigiano (di 68 e 38 anni), i primi che hanno rilevato le quote sociali dell’attività e ai quali poi è subentrata una quarta persona, originaria di Torre del Greco, poco più che quarantenne. Secondo gli investigatori, in particolare, tutta la vicenda mostra e conferma che «i criminali sono sempre più imprenditori in Emilia-Romagna». Il decreto cautelare è stato eseguito su richiesta della Dda (sostituto procuratore Marco Forte).

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