Ultimo aggiornamento alle 16:13
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 6 minuti
Cambia colore:
 

l’altra politica

«La tragedia di Cutro è lo specchio di una classe dirigente europea inadeguata»

Ex volto del Tg1, ora direttore di Rai Libri, Marco Frittella riflette sui temi politici. Tra “sostituzione etnica” e un dibattito da raffreddare

Pubblicato il: 20/04/2023 – 7:02
«La tragedia di Cutro è lo specchio di una classe dirigente europea inadeguata»

LAMEZIA TERME È Marco Frittella, volto storico del Tg1 e ora direttore di “Rai Libri”, uno degli ospiti de “L’altra Politica”. Racconta il suo nuovo mestiere di editore, iniziato circa un anno fa. E lo fa anticipando l’uscita di un volume di Marco Varvello, “Passo falso”, che racconta come è cambiato il Regno Unito dopo la Brexit. Altra anticipazione riguarda invece il libro di Giorgio Zanchini, «un’indagine sulla identità nazionale che è un vecchio tema molto dibattuto ma sempre attuale. Anche qui il titolo è assolutamente chiaro: “Esistono gli italiani? Indagine su un’identità fragile” e credo che questa cosa, vista da Sud, abbia una sua coloritura storico-politica particolarmente interessante». 

La sostituzione etnica e il dibattito italiano da «raffreddare»

Dall’identità nazionale alla “sostituzione etnica” il passo è breve. L’espressione utilizzata dal ministro Lollobrigida qualche giorno fa strizza l’occhio a infelici teorie del complotto e ha sollevato una bufera per evocazioni che, secondo l’opposizione in Parlamento, richiamano il razzismo. Frittela sottolinea che lo scandalo si è concentrato sulle parole: «Sostituzione etnica fa riferimento a un fantasioso piano di sostituzione degli occidentali bianchi con persone di colore che fanno molti figli, a differenza nostra. Sono tesi tipicamente complottiste che girano su internet e che attribuiscono a questo o a quel finanziere, chissà quale complotto. Insomma, lo scandalo si è concentrato sulla parola, perché il concetto che ha enunciato Lollobrigida non è poi diverso da chi denuncia – da sponde politicamente molto lontane da quelle di Lollobrigida – lo shock demografico dell’Italia, che, come è noto, è uno dei Paesi più vecchi del mondo. Non eravamo mai scesi sotto le 400mila nascite ed è una cifra pari quasi alla metà dei morti, quindi siamo davanti a un saldo negativo, veramente molto pesante. Andando avanti di questo passo, sappiamo benissimo che il welfare non regge. Ora, quando Lollobrigida dice “bisogna costruire un welfare che aiuti le coppie a fare figli” dice una cosa che dicono tutti quelli che sono preoccupati del calo demografico. Dopo di che lui dice “bisogna far fare i figli agli italiani senza la sostituzione etnica”, ma ormai ci sono italiani di seconda o terza generazione che provengono dall’Africa o da altri Paesi e sono italiani, hanno cittadinanza italiana». 
Il punto, per il giornalista Rai, è che «questo benedetto dibattito politico italiano, che io seguo da 40 anni, dovremmo riuscire a raffreddarlo un po’ e a evitare la scazzottata sulle parole ogni volta. Sarebbe un grande contributo perché a Lollobrigida che parla di sostituzione etnica risponde Elly Schlein evocando addirittura il suprematismo bianco, cioè l’Alabama del Ku Klux Klan: anche qui mi sembra un uso delle parole un po’ esagitato. Io inviterei tutti a stare ai fatti e a raffreddare il vocabolario ma non ho grandi speranze di essere ascoltato».

«Discutere delle contaminazioni ma in maniera colta, non rissosa»

Sulla contaminazione tra i popoli continua il dialogo tra Frittella e i conduttori Danilo Monteleone e Ugo Floro. «Lo sappiamo – dice Frittella –, non esiste la razza, non esiste la purezza della razza. C’è probabilmente il timore che una storia e una cultura e un modo di essere tipico di questo Paese possano andare perduti a causa delle migrazioni. Questo è il punto, secondo me, su cui ci dovremmo esercitare. Ma in maniera colta, non in maniera rissosa. Si tratta di capire quanto la cultura, la storia, il modo di essere, di chi vive su questo territorio che va da Tarvisio sino a Siracusa e a Trapani, possa contaminarsi e come possa contaminarsi con altre popolazioni. C’è anche un fatto religioso in mezzo. E non dimentichiamocelo, perché chi lancia l’allarme è preoccupato probabilmente di un annacquamento dell’identità religiosa. E qui apriamo un discorso che sarebbe un gigantesco». 

I “pericoli” della realtà virtuale e il ritorno alla parola scritta

Tornando al passaggio professionale tra televisione e libri, Frittella riflette non solo su nuovi e vecchi media ma anche sull’Intelligenza artificiale. «Se è vero che l’immagine non mente, ma dipende come la si raccoglie, come la si monta e si manda in onda, quindi in sostanza può anche mentire, oggi siamo davanti a mondi totalmente diversi. Con l’intelligenza artificiale si può ricreare una realtà completamente diversa, con un enorme rischio per la democrazia. Allora, davanti a questo, torno al libro, torno alla parola scritta, alla carta. E torno alla maggiore possibilità che la carta scritta ti dà di ragionare, di riflettere, di aggiornarti, di approfondire, di esercitare le celluline grigie, come direbbe Poirot. La parola scritta esige fatica. Ma fatica significa intelligenza. Intelligenza significa riflessione. Riflessione significa libertà».

La scomparsa dei lettori

Eppure i dati non sono incoraggianti. «L’editoria vive un momento di difficoltà, ci sono molti segni meno che stanno rapidamente cancellando il vantaggio che c’era stato durante il lockdown, quanto la gente ha letto molto di più. Pensate ai giornali: quando ho iniziato a fare il giornalista eravamo tutti preoccupati perché in Italia si leggevano intorno ai 4-5 milioni di copie di quotidiani al giorno. Oggi faccio i conti e vado a vedere che le copie cartacee che si vendono ogni giorno sono meno di un milione, sono 800 mila. Dopodiché possiamo aggiungerci le copie digitali, ma messe insieme troverete che siamo intorno ai tre milioni. Il problema è che in Italia non si legge, non si legge a sufficienza. E la scuola, da questo punto di vista ha delle responsabilità. La scuola non induce alla lettura». 

La tragedia di Cutro e una classe dirigente europea inadeguata

Altro argomento: il dibattito sul Decreto Cutro. Cosa ha insegnato la tragedia del mare alla politica? «La tragedia di Cutro doveva e dovrebbe insegnare alla classe politica che questo fenomeno epocale deve essere governato, perché in mezzo ci sono le vite delle persone. Io mi chiedo sempre come si fa a distinguere un profugo politico da uno che scappa dalla siccità, dalla sete. Come si fa a distinguere l’etiope dal nigeriano, il libico da quello dell’Africa subsahariana? Io trovo che ci sia un enorme gap nella capacità di governo di questo fenomeno, a cominciare dall’Europa. Io ho sentito l’intervento del commissario europeo: si è limitato a dire “sì, bisogna un po aiutare l’Italia, bisognerebbe che gli altri Paesi accettassero la ridistribuzione dei profughi”. Basta, non ho sentito nient’altro. E anche con il bla-bla sulla riforma del regolamento di Dublino non si arriva da nessuna parte». 
«L’Europa – dice il giornalista – è di fronte a un continente che gli si può rivoltare contro. E siamo qui che cincischiamo a dire che “io ne prendo, tu ne prendi 20″. Intanto a Cutro muoiono. La capacità di governo è questa: ci sono state classi politiche che hanno affrontato le guerre mondiali. Ecco, bisogna essere a quell’altezza». Anche un Paese come la Francia, «che ha un passato imperiale vero, ci tratta male sul tema delle migrazioni ma poi razzola peggio. Se andate a Ventimiglia vi rendete conto di cosa fa la Gendarmerie francese nei confronti dei migranti che risalgono lo Stivale. Diverso il discorso della Germania, che è piena di profughi. Quello che entrambi sanno fare è che quando i profughi entrano e loro li accettano, sanno cosa farne. Cioè, gli insegnano la lingua, gli insegnano un mestiere, li scolarizzano, li integrano davvero».  

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x