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L’attacco

Rende, i Riformisti contro Manna: «I mutui rinegoziati penalizzano la città»

L’opposizione denuncia: «Se i debiti fossero stati estinti, il Comune avrebbe a disposizioni risorse per nuovi investimenti»

Pubblicato il: 20/04/2023 – 16:18
Rende, i Riformisti contro Manna: «I mutui rinegoziati penalizzano la città»

RENDE «Nei giorni scorsi il costoso ufficio stampa del comune di Rende ha comunicato urbi et orbi, cum gaudium magnum, che il sindaco Manna era riuscito nella grande impresa di rinegoziare i mutui contratti negli anni passati con la Cassa Depositi e Prestiti, incassando circa 760.000 euro per l’anno 2023, da utilizzare come spesa corrente». È quanto affermano, in una nota, i consiglieri comunali d’opposizione della Federazione Riformista di Rende che aggiungono: «L’operazione produrrà, a beneficio della spesa corrente, ulteriori 400.000 euro per l’anno 2024, con la conseguenza negativa, però, di dover continuare a pagare i ratei annuali per i mutui in corso sino al 2043».
«Per come è stata presentata da via Rossini – segnalano – l’operazione è apparsa come una iniziativa di successo del solo comune di Rende. In realtà, la rinegoziazione dei mutui è un istituto che ha una valenza nazionale, per cui tutti i comuni, che intrattengono mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, possono rinegoziare i mutui in corso. La rinegoziazione, se da un lato attribuisce all’ente locale una temporanea disponibilità finanziaria, dall’altro, allungando i termini di vigenza dei mutui, lascia inalterata la massa debitoria con la Cassa Depositi e Prestiti per un numero maggiore di anni; nel caso di Rende, appunto, nientemeno sino al 2043. Infatti, nel 2013, ultimo anno di amministrazione riformista, il Comune aveva in corso circa quaranta milioni di euro di mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, mutui che erano stati utilizzati per realizzare scuole, strade, musei, piazze, parchi, reti idriche e fognarie, chiese, biblioteche, ecc.; si trattava, quindi, del cosiddetto “debito buono”, a dire di Draghi, cioè un debito contratto non per consentire spesa corrente, ma per fare degli investimenti utili alla collettività».
«Tanto è vero che, la Rende che oggi noi osserviamo – si legge ancora nella nota – è stata realizzata per la gran parte attraverso la contrazione di questi mutui e le opere sono sul “terreno”, come si dice oggi, da tutti osservabili ed apprezzabili. Siamo all’anno 2023 e, se non ci fossero state le continue rinegoziazioni operate dall’amministrazione Manna, i quaranta milioni di mutui contratti dai riformisti con la Cassa Depositi e Prestiti sarebbero totalmente estinti, dal momento che la vita di un mutuo, normalmente, non supera i quindici anni. Invece, andando a vedere l’ultimo consuntivo del comune di Rende, notiamo che ancora oggi il comune continua ad avere con la Cassa Deposito e Prestiti un debito per mutui contratti negli anni precedenti di poco inferiore ai quaranta milioni di euro in corso nel 2013. In altri termini, Manna, invece di estinguere i mutui li ha rinegoziati, lasciandoli in vita, al fine di ottenere modeste disponibilità finanziarie da spendere come spesa corrente, anche per finalità clientelari. Dunque, una operazione virtuosa dei riformisti, cioè di far “debito buono” per realizzare investimenti, si è trasformata negli ultimi anni in una operazione negativa, cioè di “debito cattivo”, poiché le continue rinegoziazioni non hanno portato nelle casse del Comune fondi per realizzare ulteriori investimenti, ma fondi da utilizzare come spesa corrente e, quindi, per esigenze del tutto ordinarie».
«A riprova di questo ragionamento – è detto ancora nella nota – giova ricordare che, in nove anni di governo, il sindaco Manna non è riuscito a realizzare una sola opera pubblica immaginata, progettata, finanziata e realizzata dalla sua amministrazione. Le opere pubbliche presenti sul territorio del nostro comune restano, tuttora, quelle realizzate dai riformisti anche attraverso la contrazione dei predetti mutui presso la Cassa Depositi e Prestiti. In tal modo, dunque, si è potuta costruire la nuova Rende senza il sostegno di altre istituzioni, in quanto, durante la lunga stagione di governo riformista, non si è potuto godere certamente di un PNRR, oggi messo a disposizione dei comuni, che spesso non riescono ad utilizzare questi fondi oppure, come avviene a Rende, sono spesi per eseguire ordinarie manutenzioni. Altro che buon governo della finanza pubblica! Il danno provocato da questa politica alla nostra comunità è enorme. Oggi, se i mutui invece di essere rinegoziati fossero stati estinti, il comune di Rende avrebbe a disposizione, per eseguire nuove opere pubbliche, ben quaranta milioni di euro di capacità di indebitamento con la Cassa Depositi e Prestiti».
«Queste ipotetiche risorse – concludono – unite a decine e decine di milioni di euro del PNRR – se il Comune avesse avuto a disposizione adeguati progetti – avrebbero dato alla nostra città una ulteriore spinta per porla all’avanguardia nel Mezzogiorno d’Italia. Ma per far ciò, sarebbe stata necessaria una grande capacità di visione della Rende del futuro che l’amministrazione Manna non ha mai avuto. Per la lealtà istituzionale che ci contraddistingue, sentiamo la necessità di aggiungere che la nostra critica è rivolta all’attuale amministrazione che dà gli indirizzi e non certo ai tecnici che sono obbligati ad attuarli».

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