REGGIO CALABRIA Tutti i limiti del question time. La seduta odierna del Consiglio regionale aveva all’ordine del giorno la discussione di ben 46 interrogazioni – 22 a risposta immediata e 24 a risposta scritta – e alla fine ne sono state discusse nemmeno la metà, con il rinvio delle altre alla prossima seduta. Tra interrogazioni risalenti alla notte dei tempi – alcune persino a febbraio 2022 – e talmente datate da essere ormai diventate carta straccia e interrogazioni che magari sono ancora attuali ma hanno ormai perso la loro carica di risonanza e di importanza, il rito anche oggi è andato avanti piuttosto stancamente, confermando la sostanziale inutilità del question time così configurato, anche se ovviamente il tema non riguarda solo questa legislatura ma è una triste costante di Palazzo Campanella da tanti anni a questa parte. Protesta l’opposizione, che mette il dito nella piaga, con il democrat Raffaele Mammoliti che «in segno di protesta e di dissenso – dice – rispetto al ritardo con cui si affrontano le interrogazioni» decide di non illustrarle dandole per lette e intervenendo solo in controreplica, e di Amalia Bruni, anche lei del Pd, che definisce «il ritardo nel discutere le interrogazioni quasi un’omissione di atti d’ufficio». Il rito ovunque anche oggi è scivolato molto stancamente, senza particolari sussulti a parte le risposte del governatore Occhiuto alle tante questioni in tema di sanità e l’esordio in Consiglio regionale dell’assessore regionale all’Ambiente Marcello Minenna, che finora non si era mai materializzato dalle parti di Palazzo Campanella. Ma forse stavolta c’è almeno una presa di coscienza del fatto che così non si può più andare avanti. La proposta è arrivata dallo stesso Occhiuto, che ha consigliato – fermo restando «il rispetto dell’autonomia» del Consiglio regionale e dei consiglieri – di dedicare una “finestra” alle interrogazioni a ogni seduta (tre alla volta), proposta che ha trovato d’accordo anche il presidente dell’Assemblea Filippo Mancuso. Potrebbe essere questa la soluzione giusta per evitare che le interrogazioni, che sono comunque un importante strumento di controllo dell’azione amministrativa della Regione, scadano o si annacquino senza lasciare alcuna traccia. E magari potrebbe essere anche l’occasione per far sì che le interrogazioni diventino anche più “interessanti” sganciandosi dal piccolo cabotaggio che spesso le ispira. (c. a.)
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