ROMA Ancora una volta sembrerebbe che dipendenti e imprenditori guadagnino più o meno le stesse cifre mentre il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, di poco superiore ai 60.000 euro. Molto indietro i pensionati che chiudono in basso la scala con meno di 19.000 euro. Intanto la buona notizia è che in un anno di elevata ripresa dell’economia, il 2021, con un pil in crescita del 7%, anche il numero totale dei contribuenti sale di oltre 316.000 soggetti. Presentano la propria dichiarazione dei redditi, direttamente o attraverso i sostituti di imposta circa 41,5 milioni di cittadini, oltre la metà dei quali si avvale del modello 730. Un contribuente su quattro, precisamente il 26% del totale, dichiara al fisco un reddito fino a 15.000 euro versando il 3,6% dell’Irpef complessiva. Sopra i 70.000 euro, nelle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2022 a valere quindi sulle somme percepite l’anno precedente, ci sono invece solo il 4% dei cittadini che versano però il 31% del totale.
Quello che resta della piramide, il 70% dei contribuenti, si colloca quindi tra i 15 mila e i 70 mila euro di reddito e dichiara il 65% del volume complessivo. Come ogni anno a scattare il difficile rapporto tra gli italiani e le tasse è il dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia. Il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 60.520 euro mentre per gli imprenditori (titolari di ditte individuali) si attesta a 24.130 euro. I dipendenti dichiarano 21.500 euro.
Niente di nuovo sul fronte Nord-occidentale che conferma la Lombardia al primo posto per reddito medio complessivo più elevato (26.620 euro) seguita dalla provincia autonoma di Bolzano (25.680) mentre la Calabria è i coda nella graduatoria regionale con il reddito medio più basso (16.300). Continua ad essere significativa, fanno sapere dal Ministero, la distanza tra il reddito del Centro-Nord e quello delle regioni meridionali.
A spiegare l’apparente difformità di alcuni dati c’è la diversa modalità di indicazione dei contributi previdenziali all’interno dei redditi presentati: quelli dei lavoratori dipendenti sono al netto dei contributi previdenziali mentre quelli da lavoro autonomo e d’impresa devono essere indicati al lordo dei contributi.
Inoltre la quasi totalità dei redditi da capitale è soggetta a tassazione sostitutiva e non rientra pertanto nell’Irpef e per imprenditore il rapporto delle Finanze esclude chi esercita questa attività economica in forma societaria . Rispetto all’anno precedente crescono i redditi medi da lavoro autonomo (+14,2%) e da lavoro dipendente (+3,8%) e in misura ancora minore mostra un lieve incremento anche il reddito medio da pensione (+1,8%).
L’imposta netta dichiarata è pertanto nel 2022 per il 2021 di 171 miliardi (+7,4%). Roma si conferma Capitale dell’addizionale comunale, che complessivamente ammonta a 5,3 miliardi con un importo medio pari a 200 euro che varia appunto dal massimo di 260 euro del Lazio a quello minimo di 140 euro in Valle D’Aosta.
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