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il “nodo” infrastrutture

L’affondo della De Micheli: «Con il decreto di Salvini c’è il rischio che il Ponte sullo Stretto non si fa»

L’ex ministro: «Va rilanciato il nostro progetto originario perché la versione salviniana è insostenibile. E dobbiamo proteggere l’Alta velocità»

Pubblicato il: 21/04/2023 – 14:24
L’affondo della De Micheli: «Con il decreto di Salvini c’è il rischio che il Ponte sullo Stretto non si fa»

GIZZERIA «Rilanciamo il nostro progetto originario» del Ponte sullo Stretto perché «il decreto di Salvini corre il rischio che non si faccia». A dirlo è Paola De Micheli, una delle leader del Pd e già ministro delle Infrastrutture, a Gizzeria per incontrare dirigenti del partito regionale, in particolare quelli che all’ultimo congresso democrat hanno sostenuto la sua candidatura alla segreteria. Per la De Micheli l’occasione per fare un punto sugli investimenti per le infrastrutture – come la Statale 106 – che interessano la Calabria e delle quali si era occupata direttamente da ministro: con un appello al governo, quello di «proteggere il progetto dell’Alta velocità, a maggior ragione alla luce della discussione che si è aperta sul progetto del Ponte sullo Stretto, perché – ha osservato la De Micheli – non possiamo immaginare che i calabresi vadano sul ponte sullo Stretto con il cavallo».

Il punto sull’Alta velocità

Primo step, l’Alta velocità: «Abbiamo fatto un lavoro importante sotto il profilo della programmazione delle infrastrutture fondamentali per la Calabria, infrastrutture senza le quali le diseguaglianze non si supereranno. Queste infrastrutture quindi devono essere assolutamente realizzate. Quindi – ha esordito la De Micheli – abbiamo l’aggiornamento sull’Alta Velocità come si sa la tratta non calabrese è in gara, è quasi pronta ad andare in gara la seconda tratta, è in fase finale di progettazione la terza, c’è in corso l’indagine geologica sull’ultima parte, insomma c’è un lavoro importante, con qualche piccola anticipazione e con quale ritardo però le cose stanno andando avanti. Quindi il primo appello che faccio è quello di proteggere il progetto dell’Alta velocità in Calabria, a maggior ragione alla luce della discussione che si è aperta sul progetto del Ponte sullo Stretto. Perché – ha rimarcato l’ex ministro – non possiamo immaginare che i calabresi vadano sul ponte sullo Stretto con il cavallo: è chiaro? Sul Ponte sullo Stretto ci si arriva con l’Alta velocità».

Statale 106

«Non ci sono grandissime novità sulla vicenda della Strada statale 106 jonica», ha poi spiegato la De Micheli. «Noi – ha aggiunto – avevamo immaginato una fase di progettazioni a lotti per completarla, finanziata in 10 anni. Purtroppo il governo di centrodestra ha deciso di diluire queste risorse in 15 anni. Strada facendo ci batteremo affinché si ritorni all’idea originaria, per stringere il più possibile i tempi di progettazione e quindi di realizzazione. Ci sono due buoni motivi: uno ovviamente trasportistico e infrastrutturale, la Statale 106 serve, è necessaria, e l’altro è legato all sicurezza di questa strada che senza un intervento massiccio, che determinerà nelle fasi di cantiere anche qualche disagio, corriamo il rischio che resti una delle strade più insicure del Paese e non possiamo permettercelo». 

La De Micheli oggi in Calabria

Il Ponte sullo Stretto

Al centro dell’attenzione, ovviamente, il progetto del Ponte sullo Stretto: «Oggi – ha sostenuto la De Micheli – rilanceremo il nostro progetto originario. Da ministro avevo insediato la Commissione Catalano che aveva depositato alle Commissioni Trasporti di Camera e Senato una relazione molto approfondita. Questa relazione dice anzitutto una cosa molto chiara: che un attraversamento stabile dello Stretto è necessario prima di tutto per le due regioni che collegherebbe, e questo è abbastanza scontato. Ma la cosa importante di questa relazione è che dice che è necessario per l’Italia, cosa sulla quale qualcuno in passato aveva dei dubbi e che è la ragione per cui abbiamo convinto  gli italiani, la maggioranza di allora e la maggioranza di dopo, cioè quella di Draghi, ad andare avanti con lo studio di fattibilità del Ponte perché quella infrastruttura serve a rendere Calabria e Sicilia hub nel Mediterraneo, nel quale con il raddoppio del Canale di Suez passeranno 950 miliardi di merci, e che è e rimane una delle aree più ricche del mondo. E  avere Calabria e Sicilia nelle condizioni trasportistiche e portuali di poter intercettare merci e persone in una delle aree più ricche del mondo – ha sottolineato la dirigente Pd – determina inevitabilmente una ricaduta di crescita e di sviluppo per le due regioni e per tutta l’Italia. Qual è il problema? È che il decreto di Salvini corre il rischio che il Ponte sullo Stretto non si faccia. Primo, perché ha rimesso di mezzo la società. Il Ponte è un’opera talmente importante che la deve fare l’azienda pubblica che fa infrastrutture: Rfi, Anas, cioè il gruppo Ferrovie dello Stato, ha la società di progettazione, ha la società che fa le ferrovie, ha la società che fa le strade. Quell’opera quindi non dev’essere appaltata a una società, che ha già dimostrato di non essere in grado, per mille motivi, di fare quell’opera. Secondo: il progetto. Ebbene, quel progetto è insostenibile sul piano ambientale, c’è da sbancare mezza Villa San Giovanni, si distrugge mezza Messina. Noi facevamo altre proposte progettuali nella fase di studio di fattibilità. E insisteremo perché nella prossima settimana arriva il decreto alla Camera e insisteremo con il ministro per fargli capire che se davvero il suo obiettivo è quello di avere il suo nome nella storia delle infrastrutture italiane con il Ponte sullo Stretto si mettesse nelle condizioni di farlo per davvero, a noi interessa che venga fatto ma che si faccia per davvero e non che tra due anni stiamo ancora capo a 12. Per questo – ha sostenuto la De Micheli – avevamo iniziato un percorso così serio». 

Le vicende del Pd

Inevitabile un passaggio sulle vicende interne al Pd da parte della De Micheli, che a Gizzeria terrà una riunione per l’insediamento in Calabria della area politico-culturale “Rigenerazione Democratica”. «Nel Pd – ha affermato la De Micheli – c’è stata una apertura di credito da una parte della sinistra italiana, dei nostri elettori, rispetto all’elezione della nuova segretaria, alla quale ovviamente riconosciamo il diritto-dovere di decidere, e ieri abbiamo fatto questa prima direzione nella quale dal fronte della minoranza abbiamo fatto un’apertura di credito e avviato una serie di proposte. Primo: la segreteria non è unitaria ma maggioritaria perché le due mozioni De Micheli e Cuperlo sono rimaste fuori. La cosa non mi turba più di tanto perché garbatamente sono contraria ma non cambia niente, se la segretaria deciderà ascoltare un pluralismo di fatto e non solo per occupazione di posti. Noi continueremo ad dare voce a quella parte del Pd che ha una visione riformista, molto moderna, della sinistra e che ritiene che l’opposizione si debba organizzare su alcuni temi in maniera radicalmente dura – pensiamo a quello che viene fuori con riferimento al 25 aprile con le frasi antistoriche del presidente del Senato e di alcuni ministri – ma dall’altra parte bisogna essere capaci anche di essere propositivi. È stata questa la parte più significativa del mio intervento, con il quale ho avanzato proposte concrete sul Pnrr, sul Def – che è drammatico perché dentro non c’è niente ma solo tagli – e opposizione radicale sull’autonomia». A Gizzeria la De Micheli ha tenuto una conferenza stampa alla quale hanno partecipato la già parlamentare Enza Bruno Bossio, la coordinatrice regionale delle donne democratiche Tersa Esposito e il segretario provinciale del Pd di Catanzaro Domenico Giampà.  (c. a.)

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